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11.02.2022 - 10:120

Verso il Freedom Day? Engelberger: "Revoche graduali migliori anche dal punto di vista psicologico"

Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità chiede che un pacchetto di restrizioni venga tolto subito, mantenendo l'obbligo di mascherina in certi settori, e un secondo eventualmente fra qualche settimana

BERNA - Il Freedom Day, come è stato definitivo, parrebbe essere vicino. La maggior parte dei Cantoni infatti ha risposto positivamente alla consultazione promossa dal Consiglio Federale in merito all'eliminazione di molte misure restrittive.

Le varianti del Consiglio Federale e la risposta dei Cantoni

Le due varianti proposte dal Governo erano una sospensione quasi totale delle restrizioni da subito, ovvero via l'obbligo del certificato nei ristoranti, alle manifestazioni e nelle strutture culturali e per il tempo libero, l'obbligo della mascherina sui trasporti pubblici, nei negozi e in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico, le limitazioni per gli incontri privati e l'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni, mentre la seconda possibilità era un po' più graduale, ovvero prevedeva la revoca dell'obbligo del certificato nei ristoranti, alle manifestazioni, nelle strutture culturali e per il tempo libero (nei ristoranti continuerà a vigere l'obbligo di consumare stando seduti), delle limitazioni per gli incontri privati, dell'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni all'aperto (i Cantoni possono decidere se introdurre un tale obbligo, per esempio per le feste di carnevale) e regola «2G» dove oggi vige la regola «2G+» (discoteche, piscine coperte, attività sportiva intensa, musica con strumenti a fiato). Inoltre potranno essere revocati l'obbligo del test per le persone non vaccinate o non guarite e la registrazione dei dati di contatto all'entrata in Svizzera e non verrebbero più rilasciati certificati Covid ma solo quelli di validità europea. (leggi qui).

Il Ticino si è espresso a favore della prima variante, ovvero via tutti i provvedimenti subito. Vorrebbe però che venga manutenuto l'obbligo di indossare la mascherina, per esempio nelle strutture sanitarie, nel commercio al dettaglio e nei servizi statali, per prudenza (leggi qui).

Dunque, (quasi) tutti d'accordo per il Freedom Day, con alcun Cantoni che hanno già allentato qualche misura. (leggi qui).

L'opinione di Engelberger

Ma dal fronte sanitario non tutti sono favorevoli. Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), Lukas Engelberger, che ha sempre predicato prudenza, sarebbe a favore della gradualità. Vorrebbe l'abolizione di determinate misure ora e di altre dopo qualche settimana, se ci fossero le condizioni.

Lo ha detto in un’intervista pubblicata oggi dai giornali in lingua francese del gruppo Tamedia. A suo avviso, non togliere tutte le misure in una volta sarebbe meglio dal punto di vista sociale ma anche da quello psicologico, perchè sennò si potrebbe dare l'impressione che la pandemia sia finita. 

Lo sarà quando si potrà fare a meno della mascherina, ha aggiunto. Per ora, essa va mantenuta, come ha chiesto il Ticino. 

Fondamentale per Engelberger è monitorare che i numeri non riesplodano, tenuto conto del fatto che ogni giorno in media ci sono una quindicina di decessi e che il tasso di positività ai test è ancora circa del 30%. La segnalazione obbligatoria e l’isolamento dovrebbero rimanere in vigore, ha concluso. 

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