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18.02.2022 - 17:300
Aggiornamento: 18:45

Una direttrice dava i compiti ai figli dei genitori no mask. Il PS: "Il Municipio cosa fa?". Cotti era d'accordo

Non si spengono le polemiche in merito all'obbligo delle mascherine a scuola, anche se non è più in vigore. A Locarno scatta l'interpellanza, i genitori si tutelano in caso di nuova misura governativa

LOCARNO/BELLINZONA - Da una decina di giorni la mascherina alla scuola elementare, che tanto aveva fatto discutere, non è più obbligatoria. La misura aveva scatenato la reazione di molti genitori, contrari a quanto deciso dal DECS (leggi qui). 

Dalle bare bianche alla battaglia per i compiti non consegnati a chi non voleva andare a scuola con la mascherina

Erano state organizzate diverse manifestazioni che volevano protestare contro una scelta che, secondo le famiglie, metteva a rischio i bambini, costretti per tante ore con la mascherina (leggi qui). Veniva contestato come non sarebbe stata dimostrata una reale efficacia della mascherina sui contagi, mentre causerebbe invece problemi. Tra l'altro anche il DEFR aveva specificato come sia consigliabile l'uso di mascherine chirurgiche apposite per bambini e non FFP2 nei minori di 12 anni (leggi qui). 

Aveva fatto parecchio rumore la manifestazione in piazza a Bellinzona, con presente il Dottor Ostinelli, dove si erano esposte delle bare bianche. 

Poi la polemica aveva riguardato la scelta di alcune scuole di non consegnare i compiti a chi non frequentava per scelta dei genitori che non volevano che i bimbi portassero la mascherina. 

Il PS di Locarno: "La direttrice ha dato i compiti ai figli dei genitori no mask"

Ma a Locarno qualcuno ha deciso altrimenti, hanno fatto notare in un atto parlamentare i socialisti Pier Mellini, Francesco Albi, Gionata Genazzi, Aleksandar Malinov, Gianfranco Cavalli e 
Fabrizio Sirica. Si tratta della direttrice delle elementari locarnesi Elena Zaccheo (di cui nell'interpellanza viene criticata anche la nomina).

"Nonostante la Sezione delle scuole comunali avesse chiaramente comunicato ai Municipi che “in nessun caso avrebbe potuto essere consegnato alle famiglie “no mask” il materiale didattico per consentire agli scolari di continuare a lavorare a casa”, la Direzione scolastica dell’Istituto delle scuole comunali tramite la sua Direttrice in carica per mandato Elena Zaccheo, risolveva in maniera del tutto autonoma di contravvenire a questa disposizione facendo in modo di far pervenire agli allievi costretti a casa da una decisione della loro famiglia dei materiali didattici per poter continuare a far scuola in assenza", si legge nell'interpellanza.

"Quel che fa specie, in questa faccenda, è il fatto che il Capodicastero, anziché richiamare la sua Direttrice al rispetto delle direttive dell’Ufficio delle scuole comunali e una loro applicazione uniforme in tutte le sedi scolastiche, si è schierato dalla sua parte venendo meno al suo compito istituzionale al quale è chiamato a ottemperare. Siamo di fronte ad una difesa d’ufficio che, tra l’altro, ha provocato molto malcontento nelle altre Direzioni e nei Municipi dei comuni viciniori, che hanno dovuto subire richieste analoghe da famiglie “no mask” e anche minacce se le loro richieste non fossero state accolte. Le istituzioni, nel nostro caso il Municipio, sono chiamate al rispetto e a far rispettare i disposti di qualsiasi Legge", affermano gli interpellanti. 

I quali fanno notare che Zaccheo è membra permanente dell'ARP 10, cui sarebbero dovute essere segnalate violazioni alle norme: per loro, un conflitto di interessi.

E chiedono al Municipio:

"1. Quanti casi di bambini privati della possibilità di seguire le lezioni in presenza per decisione
parentale riguardo all’obbligo di portare la mascherina ci sono stati?

2. Per quanto tempo questi allievi sono rimasti lontano dalla frequenza scolastica obbligatoria?

3. Come sono stati gestiti?

4. Che passi sono stati fatti per valutare le singole situazioni?

5. Il Municipio è stato informato preventivamente della decisione della Direttrice?

6. In caso affermativo, perché il Municipio non ha ritenuto opportuno un intervento per chiedere il rispetto delle disposizioni emanate dall’Ufficio delle scuole comunali e assicurarne un’applicazione omogenea?

7. In caso negativo il Municipio non ha ritenuto di prevedere un intervento a posteriori?

8. Il Municipio è al corrente della reazione delle Direzioni e dei Municipi dei comuni vicini?

9. Come sarà gestita l’inosservanza per il mancato obbligo di frequenzatione scolastica sancita dalla legge?

10. Non ritiene il Municipio che andrebbe applicato nei confronti di queste famiglie il cpv. dell’art. 54 della Legge della scuola?".

Insomma, viene di fatto chiesto di segnalare i cosiddetti genitori no mask.

Cotti aveva già spiegato: "Appoggio la decisione della direttrice"

Il Municipio di Locarno aveva già chiarito la sua posizione: il Municipale Giuseppe Cotti infatti aveva dichiarato di appoggiare la decisione di Elena Zaccheo, con la volontà di mettere al centro i bambini i cui genitori non volevano mandarli a scuola: sarebbero stati penalizzati da una decisione non presa da loro. Si trattava comunque di tre famiglie su oltre mille allievi.

Cotti, interpellato da La Regione, aveva spiegato le motivazioni che lo avevano portato a accettare la decisione della direttrice: "Premetto che siamo allineati con il DECS riguardo all’obbligo scolastico e alla questione delle assenze arbitrarie. Comunque, condivido il pensiero della direttrice delle scuole, secondo cui al centro debba rimanere il bene dell’allievo, che non ha deciso lui di non andare a scuola, ma chi ne detiene l’autorità parentale. In questo senso, come capodicastero Educazione, ritengo che la decisione della Direzione di garantire l’accesso alla documentazione scolastica sia giusta e condivisibile. Quando parlo di accesso alla documentazione scolastica non parlo comunque di didattica a distanza

La lettera dei genitori no mask".

I quali non si arrendono e, partendo dall'interpellanza di Paolo Pamini, inviano una missiva alle Direzioni, dove si tutelano in caso di nuovo obbligo di indossare la mascherina a scuola.

I"n base al decreto esecutivo del 3 gennaio 2022, in particolare rispetto all’Art. 3 1 “Con riferimento all’articolo 2, sono esentati dall’obbligo di portare la mascherina facciale gli allievi per i quali è possibile provare che per motivi particolari, segnatamente di natura medica, essi non la possono portare.” Dichiaro che i motivi particolari sono i rischi dovuti all’uso continuativo di una mascherina facciale  e  che mia figlia/o XXXXXXXXX non puó indossare alcuna mascherina durante le ore scolastiche!", si legge nel testo che ci è stato fatto pervenire.

"I rischi in cui puó incorrere mia/o figlia/o XXXXXXXX sono ben esposti nell’interpellanza inoltrata dal granconsigliere Paolo Pamini alla quale non vi sono ancora risposte scientificamete comprovate, ma solo enunciati senza alcuna base scientifica. Provare che una mascherina è innocua se utilizzata tutto il giorno lo si dovrebbe fare in modo empirico, e al momento nessuno studio randomizzato  è stato fatto".

Dunque, per i genitori no mask "il medico cantonale, deve concedere l’autorizzazione all’esenzione dell’uso della mascherina per mia/o figlia/o XXXXXXXX oppure provare che l’uso continuativo non comporterà danni psico-fisici. Se non concedesse l’esenzione si assumerà il rischio di tale decisione".

Se così non fosse, "la mancanza di una alternativa all’obbligo di frequenza connesso all’obbligo di indossare una mascherina mi pone in una condizione simile a quella descritta nell’art. 1, paragrafo 1° della Convenzione concernente la schiavitù", proseguono. "Io oggi mi sento prigioniera/o di una norma esecutiva che non mi permette alcuna libertà di scelta per il bene di mia/o figlia/o, che è messo a rischio dall’uso continuativo delle mascherine. Non è una condizione degna in una democrazia del XXI secolo". 

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