«Verso agosto o settembre ho avuto una soffiata dall'UDC, che cercava personalità. Piero Marchesi è un amico, abbiamo parlato, e ho capito che avrebbero avuto difficoltà a propormi di fronte ai loro candidati della prima ora, dato che sono stato un liberale, non ho mai fatto politica attiva, mentre altri seguono da sempre e hanno lavorato per il partito. A dicembre, dopo gli auguri di Natale a Chiesa, un altro amico, mi sono detto di nuovo disponibile, parlando di un 3+1 da tentare. Con lui e Marchesi ho vissuto un feeling strano, li ho visti in difficoltà, ripeto, verso i loro candidati UDC. Ho pensato che essendo una votazione difficile, la Lega voleva assicurare il posto ai suoi tre municipali e non si arrischiava a mettere in lista per l'UDC una persona conosciuta come me. Una mossa umanamente e politicamente comprensibile. Con Galeazzi abbiamo scelto di lasciar perdere».