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Cronaca
02.06.2016 - 11:220
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

«Non dite nulla o vi do più compiti», ecco cosa succedeva nell'aula di Arbedo

A processo il maestro: toccamenti, palpeggiamenti, e comportamenti violenti, aveva già cercato di toccare anni fa un minorenne e frequentava siti omosessuali. Ma per lui erano «manifestazioni d'affetto»

BELLINZONA - Toccamenti a sei allievi, palpeggiamenti sopra e sotto i vestiti a tre ragazzini, messi a tacere con la minaccia di compiti supplementari: è da brivido il quadro che appare nel corso del processo al 57enne docente di scuola elementare di Arbedo, alla sbarra per atti sessuali con fanciulli, coazione, coazione sessuale, violazione del dovere d’assistenza o educazione e reiterate vie di fatto. Per lui sono stati chiesti tre anni e nove mesi da espiare, da dedursi l’anno di carcere preventivo. L'uomo era incensurato, ma sul suo passato vi è la macchia dell'accusa di atti sessuali con un ragazzino che era con lui nel corso di una gita parrocchiale (i genitori non lo hanno mai denunciato). Nel 2013, dopo un concerto, aveva cercato di infilare le mani nei pantaloni di un ventenne. «Mi piaceva, ma non l'ho costretto»", ha ammesso. E ancora, colpi sullo sterno, sberle e tirate d’orecchie già una decina di anni fa, oltre a urla, righe e bastoni di bambù sbattuti sulla cattedra. Il docente aveva sfruttato la sua buona posizione in paese, dove era membro della parrocchia, della commissione culturale, già consigliere comunale e attivo in varie associazioni. Nel privato, frequentava siti Internet con contenuti omosessuali. Si è difeso dicendo che la sua «era un’eccessiva manifestazione di affetto verso alcuni di loro, provavo piacere ma non di tipo sessuale», mentre in un interrogatorio aveva confessato di provare attrazione sessuale. Del ragazzino che più di tutti è stato vittima delle sue attenzioni ha parlato come del «suo preferito, il più coccoloso. Con gli altri non sono mai andato oltre l’ombelico quando facevo loro il solletico mentre erano seduti sulle mie gambe», Ha affermato di essere stato più affettuoso con gli allievi che coi propri figli, ma quando gli è stato domandato che cosa avrebbe fatto se un docente si fosse comportato allo stesso modo coi suoi figli, ha ribattuto che lo avrebbe giudicato inopportuno. Da notare che solo da ieri l'uomo è in congedo non pagato, e l'anno prossimo potrebbe usufruire del pensionamento anticipato, dopo che anche a seguito della sospensione da parte del Municipio aveva continuato a percepire lo stipendio. Nel 2012 era già stato ammonito per i suoi comportamenti ma non è bastato. «I fatti contenuti nell’atto d’accusa non sono da ridicolizzare come ha fatto l’imputato in aula. Non vanno banalizzati proprio perché commessi a scuola da un docente, una figura di riferimento importante a cui i genitori affidano i figli», ha affermato il procuratore pubblico Nicola Respini. «In aula faceva quello che voleva. È un egoista che ha pensato solo a sé stesso ed a preservare la sua immagine di persona benvoluta in paese. Non ha ancora preso coscienza di quello che ha fatto». «È intollerabile che un bambino fatichi ad andare a scuola, che abbia addirittura crisi, mal di pancia e vomito perché in classe il maestro lo palpeggia, lo picchia e lo mortifica», ha detto l'avvocato che rappresenta cinque vittime che si sono costituite parte civile, Maria Galliani. «Ha disatteso il mandato di educatore, di insegnante e ha deluso i bambini e i genitori che si fidavano di lui». Ha chiesto tra spese legali e torto morale, un risarcimento di circa 17mila franchi, ribandendo come le giovani vittime non potessero difendersi. L'avvocato del maestro, per contro, vuole per il suo assistito un'indennità di 73mila franchi, vista l'eco mediatica della vicenda. Il docente pensa alla sua vita dopo il dibattimento: ha incontrato in carcere moglie e figli, vuole continuare a lavorare ma non nella scuola, piuttosto pensa a una biblioteca. E desidera riconciliarsi con la comunità di Arbedo e scusarsi con le vittime. Dalle sue dichiarazioni, però, evidentemente non ritiene di aver fatti nulla di particolarmente grave, neppure quando assumeva comportamenti violenti. La sentenza è attesa per oggi pomeriggio.
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