CRONACA
Dopo il no al ricorso, il referendum? I Municipali leghisti glissano
Si è tornati alla situazione del 2015, con Attilio Bignasca che potrebbe lanciare una raccolta firme. «Ne parleremo con la Lega», dice Foletti. «C'erano pochi margini per ricorrere», spiega Borradori.
LUGANO - Il Comune accetta la decisione del Governo di annullare il regolamento sui rifiuti approvato dal Legislativo l’anno scorso, secondo il quale non veniva introdotta una vera e propria tassa sui rifiuti.Un compromesso targato PLR, PPD e Lega, per arginare il rischio di un possibile referendum che il capogruppo leghista Attilio Bignasca aveva preannunciato. PS e Verdi aveva ricorso, e il Consiglio di Stato ha dato loro ragione.Il Municipio avrebbe potuto impugnare la decisione, ma giuridicamente sarebbe stato difficile vincere, e dunque ha lasciato perdere, come ha spiegato a La Regione Marco Borradori. «Una copertura è ritenuta sufficiente, seppur in via transitoria, se raggiunge il 70%, mentre noi nel vecchio messaggio avevamo inserito il 100%. Altri passaggi della sentenza potrebbero essere corretti. Non ricorreremo per evitare altre perdite di tempo", ha sottolineato, glissando sul possibile referendum che il suo movimento potrebbe lanciare. Per ora, verrà chiesto ai servizi di aggiornare il messaggio in base alla sentenza, poi si vedrà. Probabilmente, appunto, si domanderà una percentuale di copertura dei costi del 70% invece del 100%.Sul referendum, che Bignasca pare ancora deciso a lanciare, non dice granché neppure l'altro leghista in Municipio, Michele Foletti. «Ne parleremo all’interno del partito. In ogni caso noi come Municipio non possiamo evitare di presentare un regolamento rispettoso della legge cantonale e federale. Indubbiamente la tassa ha anche una valenza dal punto di vista economico per la Città. Nel piano finanziario abbiamo sempre previsto l’introduzione della tassa sui rifiuti già nel 2016, e un aumento del moltiplicatore nel 2018. Questo per arrivare al pareggio dei conti. Con la tassa sul sacco probabilmente potremmo evitare di alzare il moltiplicatore di due punti. Senza, invece, dovremo trovare altre soluzioni», ha dichiarato al Corriere del Ticino.Era convinto della necessità di far ricorso invece Angelo Jelmini. Il Municipale PPD era assente alla seduta dell'Esecutivo per questioni di salute, ma ritiene che ricorrere sarebbe stato un segno di rispetto anche verso le autonomie comunali. D'altro canto, il compromesso approvato dal Legislativo poggiava su una sua idea. «Io avevo esplicitamente chiesto che il Municipio avesse il coraggio di ricorrere. In realtà la sentenza del Consiglio di Stato è insoddisfacente su più punti e il regolamento meritava di essere giudicato da un tribunale e non da un’entità amministrativa che ha preso una decisione politica. Per noi il regolamento rispettava tutti i requisiti». Peter Rossi, che era presidente del Consiglio Comunale ai tempi dell'approvazione del regolamento, potrebbe ricorrere, ma non ha ancora deciso se farlo.
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