«Con il tempo, ho imparato a comprendere come, in realtà, gli indigeni non siano propriamente riluttanti alla categoria dei frontalieri, e ciò lo dimostra la grande partecipazione solidale degli elvetici, venuti in soccorso ai miei connazionali Abruzzesi. La responsabilità è dunque, da imputare ad una classe politica (Lega dei Ticinesi e UDC) che, nutrendosi di odio sociale, genera un clima di alta tensione tra le due popolazioni. Questa mentalità deve cessare, instillando a piccole dosi nella gente, una "nuova scuola di pensiero", abituandola a porsi con garbo e spirito di pacifica convivenza. Siamo già entrati in questa fase, alcuni segnali positivi si notano all'interno del gruppo, ora anche all'esterno con il progetto CSIR».