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Cronaca
15.09.2017 - 16:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Giovani, allenati, propensi alle risse: quattro ventenni spaventano il Locarnese. È emergenza picchiatori?

Il leghista Aron D'Errico interroga il Municipio chiedendo lumi sulla loro nazionalità e su che cosa facciano nella vita ("lavorano o sono a carico dello Stato?"), sottolineando che le recenti violenze nella zona sono state tutte commesse da stranieri. "Espelliamoli e ritiriamo il passaporto!"

LOCARNO – Emergenza violenza a Locarno? È quello che traspare dall’interrogazione di Aron D’Errico, leghista, che scrive  “per l’ennesima volta la nostra regione è dunque protagonista di fatti violenti”, riferendosi al pestaggio di un giovane pochi giorni fa.

Negli ultimi anni, in effetti, i casi di cronaca rimasti in mente sono parecchi, da quello, tragico e indelebile, di Damiano Tamagni, fino alla morte di Fabrizio fuori dalla discoteca di Gordola e all’uxoricidio di qualche mese fa.

E adesso gira voce di una banda di picchiatori, quattro ragazzi attorno ai vent’anni. Sono noti alle forze dell’ordine, nonché ai gestori dei locali, dove spesso si azzuffano con clienti, e delle palestre dove si allenano. In comune hanno fisico atletico e la passione per la boxe.

Purtroppo, non solo per quella. Nei locali notturni, sovente scatenano risse, anche con chi non c’entra nulla. È allarme? Il caso, affermano in molti, è circoscritto, e non pare comunque un caso che queste persone si conoscano, e operino insieme. Allenati e robusti, non faticano ad avere la meglio sulle persone con cui ingaggiano corpo a corpo, e qualcuno ha anche minacciato denunce, forse ne sono state sporte.

D’Errico, nel suo scritto, sposta il tema sulla nazionalità degli aggressori (che non si conosce, almeno in questo caso): “Tutte violenze con un denominatore in comune: gli aggressori erano stranieri o naturalizzati. È dunque inevitabile chiedersi se pure questa volta siano coinvolti degli stranieri o dei naturalizzati: sia per trasparenza che per completezza d’informazione. La gente ha il diritto di sapere, in modo da farsi un’opinione senza censure. Chi si macchia di violenze, risse e aggressioni va punito severamente. Invece attualmente le condanne per vicende del genere sono irrisorie. Nei casi di stranieri e naturalizzati che compiono gravi reati bisognerebbe procedere con il ritiro del passaporto e l’espulsione nel paese d’origine”, chiede addirittura. Fortunatamente, comunque, non pare essere il caso dei presunti picchiatori.

“In Ticino vivono molti stranieri e naturalizzati che sono delle persone per bene: onesti lavoratori e giovani in gamba che rispettano le leggi e le persone. Quelli che invece commettono reati e non hanno rispetto per la vita degli altri, vanno espulsi. Si tratta di semplice buon senso”, ci tiene a precisare, forse per non essere accusato di razzismo.

Le domande che pone al Municipio locarnese sono:

"1. L’autore della recente aggressione è svizzero o straniero? Se svizzero, si tratta di un naturalizzato?

2. Qual è la nazionalità dei giovani, stando ai media noti per risse e violenze nella regione, che fanno parte del presunto gruppo di picchiatori? Quanti di loro hanno il passaporto straniero e quanti sono svizzeri naturalizzati? In quali altri fatti violenti sono implicati? Hanno precedenti penali?

3. I componenti del presunto gruppo di picchiatori lavorano o sono a carico dello Stato?

4. Nei casi di naturalizzati che compiono gravi reati bisognerebbe procedere con il ritiro del passaporto e l’espulsione nel paese d’origine. Qual è la posizione del Municipio in merito a questa proposta federale?"

La più importante, forse,  è come fermare questi giovani, indipendentemente dal loro passaporto.

Foto allegata all'interrogazione
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