Interessante il suo racconto: il suo ruolo è stato quello del cosiddetto palo, ovvero doveva avvisare i rapinatori (padre e figlio che hanno eseguito il colpo mentre erano in libertà vigilata, e lo sono tutt'ora) della presenza o meno di controlli. Per questo ha incassato 300 euro, "non navigavo nell'oro e mi sono fatto influenzare", spiega. Pochi giorni dopo il gruppo tentò un altro colpo, ma il giovane vide tanta sorveglianza e lasciarono perdere, mentre fu fermato proprio durante un ennesimo "contorllo". Per il procuratore pubblico Antonio Perugini, dietro a tutto c'è una minuziosa organizzazione, a partire dalla sostituzione di targhe per melgio mascherarsi. Un sistema che funziona, dato che queste bande mordi e fuggi hanno effettuato una decina di rapine.