CRONACA
"Si apra un'inchiesta su quanto accaduto a Coira, anche per abbattere il muro di omertà". I Giovani Comunisti scandalizzati si scagliano contro l'esercito
Ha suscitato diverse reazioni l'episodio raccontato dal SISA di una recluta costretta a correre in mutande davanti ai commilitoni per punizione. "Episodi simili mostrano l'inabilità al comando di certi fanatici a cui l'esercito ha concesso le mostrine"
CRONACA

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 COIRA – “La disciplina è fondamentale”, spiega a ticinonews.ch una recluta ticinese a Coira, la caserma dove è avvenuta la punizione umiliante di dover correre seminudo di fronte ai commilitoni, comminata a un ragazzo alla seconda settimana di scuola reclute, e denunciato oggi dal Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti.

Qualcuno sostiene che ai tempi a militare si dovesse andare “con la testa spenta”, perché non sempre i superiori la pensavano come te. Ma ora le cose appaiono cambiate: orari diversi, e più tempo libero. Soprattutto, nessuna punizione corporale.

Non è quanto racconta, appunto, il SISA, che raccoglie i problemi dei giovani che partecipano alla scuola reclute.

I Giovani Comunisti si sono scandalizzati in merito alla denuncia, e chiedono che la cosa non venga lasciata cadere.  “Minacce del tipo "domani vi faccio morire" dichiarate da un gruppo (!) di sergenti alle reclute alla seconda settimana di servizio, come pare essere avvenuto alla caserma di Coira, oltre ad essere illegali dimostrano l'inabilità al comando di certi fanatici a cui l'esercito ha concesso le mostrine. Lo squadrismo con cui taluni graduati agiscono contro i sottoposti quando non vi sono degli ufficiali presenti a controllare è un altro fattore preoccupante per l'incolumità dei coscritti, soprattutto se politicamente critici verso l'esercito”, si legge in una nota.

“Far correre in mutande una recluta nei corridoi della caserma davanti a tutti per aver "offeso" un superiore durante una libera uscita, come successo nella notte fra mercoledì e giovedì a Coira è umiliante e contro ogni regolamento. Anche se sappiamo che purtroppo queste pressioni sono considerate da molti come "normali" in una Scuola Reclute, non lo sono affatto: punire, insultare e umiliare non dovrebbero essere pratiche accettabili in nessuna struttura, tantomeno in un esercito di un paese democratico”.

Quindi, “positivo quindi che la questione sia stata segnalata dal SISA a chi di dovere, con tanto di indicazioni relative ai responsabili perché ci mancherebbe anche che simili individui possano continuare a indossare l'uniforme e ad avanzare di grado! L'apertura di un'inchiesta è necessaria anche per demolire il muro di omertà!”. La questione avrà un seguito?

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