A suo avviso, inserire i biglietti nominali sarebbe una misura non sufficiente e limitata. “Significherebbe dover aprire i cancelli un paio d’ore prima dell’evento, aumentare il personale di controllo per l'identificazione dei biglietti/documenti e per far entrare le persone ci vorrebbe molto tempo”, spiega, oltre a poter in parte risolvere il problema solo all'interno dello stadio ma non all'esterno. “Questo creerebbe tensione e nervosismo già al di fuori degli stadi, e non mi sembra corretto penalizzare il 95% degli spettatori che vogliono assistere alle partite per amore dello sport”. In fondo, la capienza degli stadi ticinesi, sia di calcio che di hockey, non è enorme ma nemmeno molto piccolo, per introdurre il controllo e creazione dei biglietti nominali: 7'800 alla Resega, attorno ai 7'000 alla Valascia, passando al calcio circa 6’500 anche a Cornaredo e 4'000 al Riva IV, non è enorme, e se parliamo di pallone, molto raramente si arriva a un numero di spettatori realmente importanti (purtroppo, aggiungiamo).