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20.03.2018 - 17:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:51

Sicurezza negli stadi, irrompe Sansonetti. "Caro Gobbi, io farei così: spettatori da filmare all'entrata e una pistola spray per marcare chi fa disordini. Costa poco e funziona!"

L'ex responsabile di Argo si propone per consulenze alle società sportive e al Dipartimento stesso in merito al tema. "Quella dei biglietti nominali è una misura non sufficiente e peraltro limitata, che farebbe allungare i tempi di entrata delle persone, risolvendo il problema all'interno e non all'esterno"

BELLINZONA – Società sportive e tifosi discutono sulle proposte di Norman Gobbi, ovvero biglietti nominali e controllo identificativo all’ingresso. Per le società, i problemi sarebbero a livello di costi, dato che soprattutto per le più piccole spesso l’incasso non basta nemmeno ora a coprire le spese della sicurezza, figuriamoci se si dovessero inserire nuovi sistemi più sofisticati.

Per contro, i tifosi, vedi suggeriti, sembrano accogliere di buon grado l’idea, mentre gli ultra la bocciano senza mezzi termini, usando anche ironia.

Marco Sansonetti, divenuto noto per i fatti di Argo 1, ha voluto lanciare la sua proposta. “Mi sono occupato per molti anni  di sicurezza negli eventi di massa, come concerti o eventi sportivi in Italia (prima dell’inserimento dei biglietti nominali, ndr), per cui so di cosa parlo. Ho sottoposto la mia idea a diversi esperti del settore e tutti concordano con me”.

A suo avviso, inserire i biglietti nominali sarebbe una misura non sufficiente e limitata. “Significherebbe dover aprire i cancelli un paio d’ore prima dell’evento, aumentare il personale di controllo per l'identificazione dei biglietti/documenti e per far entrare le persone ci vorrebbe molto tempo”, spiega, oltre a poter in parte risolvere il problema solo all'interno dello stadio ma non all'esterno. “Questo creerebbe tensione e nervosismo già al di fuori degli stadi, e non mi sembra corretto penalizzare il 95% degli spettatori che vogliono assistere alle partite per amore dello sport”. In fondo, la capienza degli stadi ticinesi, sia di calcio che di hockey, non è enorme ma nemmeno molto piccolo, per introdurre il controllo e creazione dei biglietti nominali: 7'800 alla Resega, attorno ai 7'000 alla Valascia, passando al calcio circa 6’500 anche a Cornaredo e 4'000 al Riva IV, non è enorme, e se parliamo di pallone, molto raramente si arriva a un numero di spettatori realmente importanti (purtroppo, aggiungiamo).

Sansonetti propone dunque di non inserire i biglietti nominali e nemmeno il riconoscimento facciale ma bensì, come già in uso dalle forze dell'ordine di altre nazioni, di filmare con normali telecamere tutti gli spettatori appena superati i controlli d'ingresso inquadrando il viso (scoperto), l'abbigliamento, eventuali zaini e segni particolari.

“Visto che il controllo ticket e l'accesso è individuale, lo si programma con una frequenza d'ingresso ben precisa e ben riconducibile al settore/area: per esempio, si sa che all'ingresso X e all’ora Y chi è entrato si è recato nel settore Z.

Servono delle normali telecamere a colori posizionate e utilizzate per il solo periodo di controllo ingressi, dopo di che le telecamere possono essere posizione a ripresa degli spalti dei settori.
Il riconoscimento facciale diventa nullo e costoso se poi una persona all'interno dello stadio si copre con un passamontagna (come già dimostrato nell'ultimo disordine): sarebbe proibito, è vero, ma bastano anche una sciarpa e un cappellino per renderlo difficoltosa, dato che si tien conto di dati come la distanza naso-occhi, zigomi, mascella, ecc. Dunque, una ripresa completa di tutti, “i tifosi, per la loro sicurezza, sanno di essere stati filmati e, sono sicuro che nessun spettatore che si reca a vedere una partita per amore dello sport sarebbe contrario, contrariamente, a chi entra negli stadi per uno scopo ben preciso. Questo semplice ed economico sistema è già un modo per metterli in guardia”.

Ma non solo questo. “Credo che sia il caso anche di equipaggiare i gruppi anti sommossa / MO (mantenimento ordine), siano essi della polizia o delle società di sicurezza, di uno strumento marcatore che viene usato in alcune nazioni in operazioni similari, uno strumento di precisione simile ad una pistola spray OC (oleoresium capsicum) ma in questo caso invece di contenere sostante irritante, contiene involucri di vernice non tossica e non permanente, e comunque non è definita un arma. Questo sistema viene usato generalmente quando si creano disordini di gruppo difficilmente avvicinabili per l'incolumità degli agenti, e si marca questa vernice sull'abbigliamento dei singoli personaggi con volto coperto come per i pantaloni, saranno facilmente identificabili anche all'esterno degli stadi nell'arco di alcune ore anche da supporti esterni di polizia”.

Costo? Per Sansonetti non esagerato, “siamo sotto i 1.000 franchi ad equipaggiamento. Non è assolutamente pericoloso e posso assicurare che funziona”.

Marco Sansonetti aggiunge di voler mettere volentieri a disposizione la sua esperienza per eventuali consulenze presso le società sportive, e perché no, il Dipartimento.

Domanda a bruciapelo: ma è un sistema per “riabilitare” le sue competenze dopo Argo? “Le mie competenze ci sono, mi sono occupato per ben 15 anni di sicurezza, molti dei quali in eventi di massa, come dicevo, a stretto contatto con Prefetto e Questore per la pianificazione degli eventi di massa. Per quanto concerne Argo, attendiamo la conclusione delle indagini. Durante la gestione dei centri rifugiati abbiamo sempre avuto un’ottima collaborazione con la Polizia, che conosce il mio operato. Comunque, io sono disponibile per esporre la mia idea, approvata da esperti”.

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