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Cronaca
02.05.2018 - 12:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:51

"Viviamo una società costruita sul lavoro, che imprigiona la nostra essenza. Automazione e robotizzazione ci faranno evolvere, regalandoci la libertà, assieme a un reddito equo di cittadinanza"

Opinione contro corrente sul primo maggio da parte di un medico, che parla di "una festa di lavoratori-schiavi, che hanno festeggiato per non aver ricevuto per un giorno le loro frustrate quotidiane. Socialismo e capitalismo hanno aderito a questa ideologia in modo diverso, ma sta per finire"

MENDRISIO – Ieri si rifletteva sul significato del primo maggio, aiutandoci con un piccolo sondaggio che indicava come per diverse persone (ripetiamo, il campione era piccolo ma l’abbiamo trovato significativo) ritenevano che la festa dei lavoratori avesse ormai poco senso.

Poi nel pomeriggio ci sono stati i cortei, i discorsi, e molta gente è scesa in piazza. A Locarno si è ricordato lo sciopero dei pirati della Navigazione Lago Maggiore, e uno di loro, prendendo la parola, ha detto che di chi lavora si parla solo quando ormai il posto non c’è più. Parole forti, che indubbiamente si riferiscono al suo caso specifico e stanno a indicare un disinteresse a suo dire per la situazione che stavano vivendo. Possiamo contraddirlo, perô, in termini più generali. Di lavoro si parla spesso e volentieri, dei suoi lati positivi, in una Cantone che, non va mai dimenticato, si attesta su dati di crescita interessanti e confortanti, e di quelli negativi, a cui si vorrebbe trovare una soluzione, ma che ovviamente non è dietro l’angolo.

Sul primo maggio, in rete abbiamo trovatoun’opinione contro corrente, che ci sembra interessante riportare. A scriverla un medico.

“1. Maggio. Perché celebrare una festa della schiavitù? Tanti saranno stati a cerimonie della festa dei “lavoratori-schiavi”, dove sono state raccontate le solite favole irrealistiche sul futuro e gettate inutili speranze.  Un giorno regalato e concesso da una società costruita sul lavoro, che imprigiona la nostra essenza, la nostra libertà, e ci fa credere che solo così possiamo concepire una società moderna. Ma per fortuna questa ideologia a cui socialismo e capitalismo hanno aderito con idee applicative diverse, sta per finire ... Automazione e robotizzazione spingeranno la società ad una giusta evoluzione! Dove la libertà può essere l’unico pilastro fondamentale, e un equo reddito di cittadinanza, lo strumento applicativo. Solo quando arriveremo a questo momento ci sarà da festeggiare. Adesso lo fanno solo gli schiavi ... felici di non ricevere per un giorno le loro frustate quotidiane”.

Uno scritto che parla dunque del lavoro come di schiavitù, non come di un elemento fondamentale della vita, che porta reddito, e quando si è fortunati (ripetiamo, è il caso di chi scrive) anche soddisfazioni e gioia. E che esalta l’automazione la robotizzazione, che dovrebbero portare libertà, assieme a un reddito di cittadinanza. Una ricetta di sicuro particolare.
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