CRONACA
Una delusione come un pugno nello stomaco. "I tempi duri sembravano finiti. Ho pianto, per un disoccupato è peggio essere illusi e buttati via che non avere lavoro"
Un giovane racconta la sua triste esperienza, dopo dieci giorni di prova in una catena di fast food di prossima apertura a Mendrisio lui e altri si sono visti silurare con un'email. "Avevo anche fatto l'abbonamento del treno, pareva cosa fatta. Ora prenderanno solo frontalieri..."
MENDRISIO – “Essere illusi e poi buttati via è peggio che essere disoccupato. Questo modo di fare è crudele e disonesto e non mi stupirei se dietro alle quinte fossero già pronti ad accogliere frontalieri, come fan tutti , impartendogli una formazione turbo, visto che ormai il giorno dell’apertura si avvicina”. Si sfoga così un 24enne, che si firma “un povero illuso”.

La sua storia, dai social, è stata condivisa da un sacco di persone, che si sono viste riflesse, e ce l’hanno inviata, chiedendo di dare spazio a una voce disperata. “Ho 24 anni ma ho pianto”, racconta, senza timore.

“Sono uno dei tanti giovani disoccupati reclutati da una società di fast food a Mendrisio, quella che nei giorni scorsi si è fatta bella sui giornali , sottolineando il fatto che non volessero frontalieri e che reclutassero personale tra i giovani attualmente in disoccupazione, questo per collocarsi sotto un buon raggio di sole tra la popolazione ticinese”, si legge. “La realtà invece è, che a questi giovani disoccupati, me compreso, hanno creato false speranze , illudendoci di essere prossimi al contratto”.

Per dieci giorni, con la divisa addosso, lui e altri imparano il lavoro. “Si congratulavano , ci facevano sentire importanti come se ognuno di noi fosse proprio la persona giusta che stavano cercando e per chi il lavoro non ce l’ha , sono grandi soddisfazioni e si andava a dormire anche felici perché i tempi duri ormai erano finiti”.

Ma poi… QInvece il fulmine a ciel sereno proprio nel giorno della festa del lavoro, ci hanno inviato una mail dove ringraziavano e ci facevano gli auguri per il nostro futuro chiedendoci di restituire l abbigliamento .  Molti di noi la mail non l’avevano vista e ci siamo ritrovati questa mattina sul posto di lavoro tutti abbigliati per ricevere una doccia ghiacciata. Avevo persino fatto l’abbonamento del treno fino a Mendrisio, tanto nulla faceva presagire che non fosse cosa fatta”.

E invece, la doccia fredda, per un ragazzo che racconta con parole semplici le sue speranze andate infrante. Commovente e vero, come un pugno nello stomaco. 

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