CRONACA
Di migranti e prostitute. "Le chiamano artiste, per loro i confini sono aperti"
Don Feliciani: "I migranti bussano alle nostre porte e vengono ricacciati indietro. Non esiste una prostituzione spensierata". E Robbiani...

CHIASSO – Da un lato la prostituzione, dall’altro il dramma dei migranti, tra cui quello del ragazzo annegato a Maroggia qualche tempo fa. Nella sua omelia domenicale, l’arciprete di Chiasso don Gianfranco Feliciani ha toccato temi discussi, come riporta il CdT online.

A partire dalla tragedia del 27enne annegato, cui era stato negato il permesso di rimanere in Svizzera. “Questo povero giovane cadde in un’angoscia da cui non si risollevò più. È morto il 5 agosto scorso a Maroggia”, ha detto. “I migranti bussano alle nostre porte e sono nella stragrande maggioranza ricacciati indietro. Le frontiere della Svizzera si spalancano invece per accogliere le prostitute, quasi tutte provenienti da paesi del Terzo Mondo chiamate con ipocrisia e cinismo 'artiste'". 

Di prostituzione a Chiasso si è parlato parecchio nei giorni scorsi, da lì lo spunto. “Non possiamo sorvolare sul problema semplicemente affermando che la prostituzione è sempre esistita e che anche dal profilo della morale cristiana i peccati sessuali sono certamente i meno gravi. È senz'altro vero, ma è troppo semplicistico fermarci qui. Non esiste una prostituzione spensierata ma lo sfruttamento dei più deboli, l'idolatria del denaro, la droga e alla fine sempre la violenza. Mali che feriscono mortalmente la vita civile di un paese. Tutto ciò non fa onore alla storia democratica e alla tradizione umanitaria della Svizzera".

Una posizione che farà senza dubbio parlare, per l'eterno dilemma fra accoglienza e chiusura. Massimiliano Robbiani della Lega, per esempio, ci ha detto: "Se le prostitute pagano regolarmente le imposte... Quello che non fanno i profughi che sono solo un costo. Non vedo il problema e il paragone". 

 

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