CRONACA
Con la divisa svizzera ma pronti a servire il Kosovo. L'esercito: "I soldati non possono fare propaganda"
"Mi sento in grado di proteggere in paese in cui vivo, ma sono pronto a garantire la stabilità del Kosovo se mi invitassero", dice uno dei ragazzi che hanno posato in uniforme per un sito albanese. A chi andrebbe la loro lealtà?

BERNA – Hanno fatto la scuola reclute in Svizzera, hanno il doppio passaporto rossocrociato e kosovaro e sono pronti ad andare a difendere la stabilità del paese d’origine. La polemica sembra quella sulla Nazionale, solo che qui ci sono in gioco armi e combattimenti.

Hanno parlato a un portale serbo, alcuni giovani militari. Hanno posato con l’uniforme dell’esercito svizzero, motivo per cui rischiano di andare incontro a una sanzione.

L’esercito kosovaro, ora come ora, non esiste. Ma l’idea è di crearlo, e diversi giovani svizzeri sono pronti a “cambiare casacca”. Anche se non sarebbe teoricamente possibile, perché chi ha effettuato la scuola reclute in Svizzera non può servire un altro esercito, indipendentemente dal doppio passaporto.

“Mi sento in grado di proteggere il paese in cui vivo. Ma sono sempre pronto a garantire la stabilità in Kosovo se sono invitato a tornare nella mia patria", ha detto per esempio uno di loro, posando con la divisa. A chi andrebbe la lealtà di questi giovani, in un possibile conflitto? Difficile davvero stabilirlo.

Ai vertici dell’esercito prevale l’imbarazzo, si sta indagando in particolare sulle foto in divisa pubblicate dal sito albanese. "I soldati in uniforme non hanno il diritto di fare propaganda politica", ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Reist.

I colpevoli potrebbero ricevere sanzioni, nel frattempo si è aperto un nuovo fronte.

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