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Cronaca
03.11.2019 - 22:380

L'Imam di Viganello accusato di essere un terrorista! Lui si difende: "Macchè, semmai..."

Rodouan Jelassi ha voluto incontrare la stampa, facendo intendere di aver collaborato con antiterrorismo e servizi segreti, i quali ce l'avrebbero con lui e non gli fornirebbero le accuse sulla cui base lo accusano. "Nessun fondo dall'estero"

LUGANO – L’Imam di Viganello avrebbe legami con il terrorismo islamico e la SEM ha detto no alla naturalizzazione svizzera per quel sospetto, oltre che per domande legate a come ottiene i finanziamenti della sua moschea. 

Rodouan Jelassi avrebbe, secondo l’intelligence svizzera, legami con islamisti radicali o persone sospettate di partecipare ad attività legate al terrorismo islamico.

Lui oggi ha voluto incontrare la stampa per difendersi. “Non sono un terrorista, anzi denuncerò sempre episodi di terrorismo e sono contrario alla radicalizzazione. Non sono elementi che appartengono all’Islam”, ha dichiarato convinto. Esiste una “minoranza che ha commesso degli atti di terrorismo in nome dell’Islam, mettendo così in pericolo l’immagine dell’Islam e dei musulmani, anche in Svizzera”, ma la religione islamica è tutta un’altra cosa per lui.

Secondo l’accusa di terrorismo sarebbe una vendetta da parte dei servizi segreti. “Sto vivendo una vera odissea giudiziaria da cui non riesco a uscire. I servizi d’intelligence mi accusano di aver legami con il terrorismo, ma senza portare prove. Come faccio a difendermi se oltretutto si rifiutano di riferire su quali basi poggiano queste accuse?”, ha chiesto. Secondo gli 007, giocherebbe un doppio ruolo, tessendo rapporti dentro e fuori la Svizzera con persone radicalizzate o in fase di radicalizzazione; anzi nella sua moschea sarebbero state le persone che si sono radicalizzate, qualcuno è anche partito per la jihad. 

Ma di cosa dovrebbero vendicarsi i servizi segreti? Jelassi ha sppiegato che volevano da lui una lista di frequentatori della moschea, che ha deciso di non fornire. 

L'Imam ha ribadito di essere sempre stato attivo sul piano comunale, cantonale e federale per l’integrazione e ha fatto intendere di aver lavorato anche per l’antiterrorismo e per i servizi segreti stessi. Al fatto che due giovani frequentatori della moschea (che a suo dire non riceve finanziamenti dall’estero) siano partiti per combattere, ha risposto che uno dei due è stato segnalato proprio dai vertici della moschea, mentre l’altro si vedeva di rado.

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