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Cronaca
21.02.2020 - 12:000

"Basta protestare solo su Facebook, scendiamo in piazza! La situazione è drammatica"

Una donna prova a organizzare un sit-in apolitico in Piazza Riforma a Lugano per metà marzo. "Dietro un disoccupato ci sono una persona, una famiglia, non solo numeri e percentuali. I politici non sanno come si vive..."

LUGANO – Le mobilitazioni, al giorno d’oggi, spesso nascono sui social, contenitori di malcontento e di lamentele. Passare poi dal virtuale al reale, ovvero portare le persone nelle piazze a protestare e a metterci la faccia per i temi su cui dibattono in rete, non è sempre semplice.

Adesso, complici i nuovi dati sui frontalieri apparsi ieri (una crescita di quasi il 10% nel 2019, con una progressione importante nel terzario) hanno fatto decidere una privata cittadini a riprovarci. Appuntamento, se tutto andrà bene, il 15 marzo in Piazza Riforma a Lugano.

“Buonasera a tutti, ieri ho pubblicato un post  per capire meglio quante persone sarebbero disposte a scendere in piazza per dare finalmente visibilità al malcontento generale della popolazione ticinese”, scrive la donna, nome noto alla redazione, che sta tentando di organizzare la manifestazione. “Purtroppo da ormai troppo tempo ci sono questioni che la politica non vuole affrontare in maniera incisiva, in particolar modo il tema del lavoro. Perdere o non trovare un posto di lavoro ha un grande impatto sulla vita delle persone, ha profonde conseguenze a livello psichico, sociale, familiare ed economico. Dietro ogni disoccupato ci sono una persona, una famiglia, non solo numeri e percentuali. La maggior parte dei nostri politici non sa cosa vuol dire arrivare a fine mese con 3.500-4000 franchi, sperare che non si rompa l'auto o di non dover andare dal medico. Non sanno neanche cosa significa passare per l'URC o parlare con i funzionari dell'USSI, le umiliazioni e le preoccupazioni sempre presenti”.

“La situazione è drammatica ed è sotto gli occhi di tutti. La sostituzione sistematica dei lavoratori residenti con i frontalieri è un problema oggettivo che deve essere affrontato al più presto!

Io voglio immaginare un futuro per me e per i miei figli e sono stufa di continuare a lamentarmi solo su Facebook. Non possiamo provare a dare visibilità a questo malcontento? Solo unendosi si può immaginare un cambiamento, siamo noi cittadini che possiamo cambiare le cose... Ma uniti e non singolarmente ognuno dietro alla sua tastiera. Proviamo a fare voce al popolo ticinese?”, il suo appello.

Da noi contattata, aggiunge: “L’'idea sarebbe quella di riuscire, in un qualche modo, a riuscire a fare tornare in piazza il popolo ticinese per protestare sulla questione del lavoro. C'è tanto malcontento, il futuro è a dir poco preoccupante ma sembra che le persone riescano solo a lamentarsi su Facebook. E invece credo che le persone debbano farsi vedere, fare capire alla politica che la situazione di molte famiglie ticinesi, di giovani, di anziani è drammatica. Per questo ho provato a proporre una data per scendere in piazza, a Lugano perchè è il Sottoceneri a soffrire maggiormente del frontalierato. Una specie di sit-in, apartitico, magari con qualche pentola per fare un po' di rumore, niente discorsi ufficiali... Solo la gente comune”.

Ricordiamo che qualche tempo fa ci provò l’Associazione Ticino&Lavoro e si presentarono a mala pena una ventina di persone. Questa volta si è scelta una domenica, per cui sarà più difficile dire che non si è potuti andare a causa lavoro. La popolazione accoglierà l’invito o si continuerà a protestare solo sui social?

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