CRONACA
Storie incredibili. La testimonianza di un (grave) caso di malasanità in tempi di coronavirus
Un lettore si sfoga: "Questa è la storia di quanto accaduto alla mia compagna dopo essere caduta dal cavallo. Ignorata per quattro ore, una volta arrivati a Locarno abbiamo scoperto che..."

SARONNO/LOCARNO – In tempi di coronavirus, gli ospedali del nord Italia sono parecchio affollati. Può capire, infatti, di rimanere in sala d’aspetto per quattro ore nonostante delle serie ferite causate da una caduta dal cavallo. È quanto successo qualche giorno fa alla compagna di un nostro lettore che ha voluto rendere pubblica l’assurda testimonianza di un caso di malasanità a pochi passi dal confine.

“Quello che è capitato alla mia compagna – esordisce – è davvero pazzesco, incredibile e vergognoso. Vi spiego: pochi giorni fa, è caduta dal cavallo a Saronno, dove pratica equitazione. Avvertendo da subito dei forti dolori si è fatta portare al pronto soccorso più vicino che è, appunto, quello di Saronno. Viene accolta in modo a dir poco pessimo: non un controllo, non un antidolorifico, non un consulto medico. Niente di niente. Il tutto in una sala d’aspetto gremita con gente che viveva la nostra identica situazione”.

E ancora: “Recandomi sul posto, ho vissuto scene a cui, davvero, non avrei mai pensato di assistere. Almeno non a pochi chilometri dalla Svizzera. Vi assicuro che c’era gente disperata, che dallo sconforto firmava le liberatorie per tornarsene a casa”.

“Siamo – racconta – stati in sala fino alle 21:30. Dopo quattro ore di dolori lancinanti e con il personale medico, per altro privo in buona parte di mascherine come pure le persone in attesa nel pronto soccorso, ho allertato la REGA, ma niente da fare...non effettuavano il trasporto in Ticino senza il parere medico”.

Ma i dolori della compagna erano intollerabili. Così, “l’ho caricata in macchina e portata personalmente in una clinica in Ticino. Li le hanno riscontrato 4 fratture alle costole e le hanno dovuto effettuare lo spurgo dei polmoni probabilmente lesionati. Ora – conclude il nostro lettore nel suo sfogo –, non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto accadere nel caso non mi fossi preso la briga di portare personalmente la mia compagna in Ticino...”.

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