CRONACA
"I media non vanno dimenticati. Senza aiuti si rischiano perdite di 400 milioni di franchi"
L'allarme dell'Associazione ticinese dei giornalisti: "La situazione si fa sempre più critica. Il sostegno è ora più urgente che mai"
TiPress

CAMORINO – “I media non vanno dimenticati”. Lo chiede a gran voce l’Associazione ticinese dei giornalisti che tramite una nota stampa esorta le “autorità politiche a non dimenticare il settore dei media”.

“Soffrivano – si legge – prima della crisi generata dal coronavirus e soffrono ancor più adesso. In queste ultime settimane le testate giornalistiche del panorama mediatico svizzero stanno registrando un netto calo delle loro entrate pubblicitarie. Secondo “Stampa svizzera” – l’associazione dei media privati del nostro Paese – le perdite potrebbero raggiungere nel corso di questo 2020 i 400 milioni di franchi, ciò che equivale ad un crollo netto dalla portata epocale, pari al 50% del mercato pubblicitario svizzero. Un dato che equivale ad una sorta di allarme generalizzato per tutto il settore, non solo per gli editori ma più in generale per tutti gli operatori dei media nel nostro Paese”.

E ancora: “Non per nulla per molti professionisti del settore è già scattato da diversi giorni il regime del lavoro ridotto, segno che la situazione per i media del nostro Paese si fa sempre più critica. Per questo motivo l’Associazione ticinese dei giornalisti invita le autorità politiche a non dimenticare o trascurare il settore dei media. Anche le testate giornalistiche hanno bisogno dell’aiuto della mano pubblica, ora più che mai”.

“Per quanto riguarda nello specifico il caso del Canton Ticino – scrive l’ATG –, la nostra associazione ricorda che proprio alla vigilia dello scoppio di questa emergenza, era lo scorso 14 febbraio, avevamo presentato un atto parlamentare del deputato Lorenzo Jelmini, sostenuto anche da diversi granconsiglieri di altri partiti, che chiedeva al Consiglio di Stato di passare all’azione e di creare una serie di strumenti economici a sostegno alla stampa, sia essa scritta, radiotelevisiva o online.

Un “passare all’azione” che ora “si fa più urgente che mai, se non vogliamo assistere ad un crollo del settore e confrontare la nostra regione con ulteriori chiusure di testate giornalistiche. È il momento dell’azione, il sostegno alla stampa è più urgente che mai, le varie misure di sostegno all’economia devono tener conto anche delle esigenze dei media che operano nella Svizzera italiana”.

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