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Cronaca
08.04.2020 - 15:270

"Se le terre lombarde non fossero 'sgovernate' dagli incapaci che sono a Roma, in Svizzera la conta dei morti sarebbe diversa"

Durissimo attacco di un giornalista italiano al suo Paese, dopo il blocco dei disinfettanti. "La Svizzera è molto più di una nazione vicina, vi hanno un posto di lavoro ben 65mila frontalieri"

COMO – Sono frasi pesantissime rivolte all’Italia quelle scagliate nel suo articolo su Il Giornale da parte del collega Carlo Lottieri: basti pensare che il titolo è “L’Italia in guerra contro la Svizzera”. La vicenda è quella del blocco dei disinfettanti che dovevano arrivare nel nostro Paese (su cui Massimiliano Robbiani ha interrogato il Governo, chiedendo se qualcosa fosse destinato al Ticino).

“Un'Italia che si comporta in tal modo è davvero un paese allo sbando: senza bussola e senza principi. Perché proprio nelle ore in cui il premier Giuseppe Conte è con il cappello in mano per chiedere a olandesi, finlandesi, austriaci e (soprattutto) tedeschi di aprire i loro cordoni della borsa e aiutare finanziariamente l'Italia entro logiche assistenziali, alla frontiera si compie un atto che viola la libertà contrattuale e la libera circolazione, colpendo al tempo stesso gli interessi tedeschi e quelli svizzeri. Non è il modo migliore per farsi amare”, scrive Lottieri.

Che poi sui rapporti Italia-Svizzera è molto deciso. “La Confederazione, per giunta, è molto più che una nazione vicina. Si tratta di un paese in cui vivono alcune centinaia di migliaia di lombardi ticinesi (Cassis è uno di loro) e nella quale hanno un posto di lavoro ben 65 mila frontalieri”.

Fino al durissimo attacco: “Se le terre lombarde non fossero «sgovernate» dagli incapaci che sono a Roma (responsabili di innumerevoli errori: a partire dalla mancata zona rossa di Nembro e di tutta l'area del bergamasco), anche in Svizzera la conta dei morti sarebbe diversa. Lugano è davvero vicina a Milano e per tanti aspetti gravita proprio su di essa”. Come a dire, i morti ticinesi sono ‘colpa’ dell’Italia.

“Per andare in Europa a testa alta ci vogliono persone di altra caratura e carisma rispetto a quelle ora al governo”, prosegue, per poi finire: “Se il governo pensa di dirigersi in questo modo maldestro verso la mitologica «fase 2», ossia verso la riapertura della vita economica e sociale, siamo messi davvero male.”

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