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Cronaca
24.05.2021 - 14:230

Così è nato l'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata. Lepori: "Voluto per dare conoscenza del fenomeno"

Intervista al giornalista RSI, nonché responsabile operativo dell’O-TiCO. All’USI c’è voglia di approfondire: “Già tre studenti stanno lavorando al master sul tema...”

LUGANO – Due settimane fa è stato presentato il nuovo Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO), recentemente fondato in seno all’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI) in collaborazione con la RSI. Alla conferenza di presentazione – moderata dal promotore e responsabile operativo Francesco Lepori (RSI) – hanno partecipato la capo dell’Ufficio federale di polizia Nicoletta della Valle, il capo della Polizia giudiziaria del Canton Ticino Thomas Ferrari, il procuratore federale Sergio Mastroianni, il capo del DI Norman Gobbi, il rettore dell’USI Boas Erez e la responsabile accademica dell’Osservatorio Annamaria Astrologo.

Quella del 12 maggio è stata l’occasione per presentare le attività dell’Osservatorio, dalla ricchezza dell’archivio, all’organizzazione di eventi divulgativi fino alle potenzialità di ricerca.

“Le mafie italiane rappresentano attualmente una minaccia considerevole per la Svizzera.” Nel dicembre del 2019 il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha lanciato l’allarme: anche in Svizzera, come in molti altri Paesi, le organizzazioni criminali d’oltre confine operano da tempo e nei più svariati ambiti. Un fenomeno tanto radicato quanto discreto. La ‘ndrangheta si è garantita la sua ascesa nel panorama criminale proprio grazie a caratteristiche come l’ermeticità della struttura e la capacità di mimetizzarsi perfettamente nel tessuto sociale. Per gli inquirenti il compito è più che mai arduo, e tra l’opinione pubblica quello delle mafie è ancora percepito - a torto – come un problema lontano dalla nostra realtà.

Da questi presupposti “è nata l’idea di creare il primo Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata”, spiega a Liberatv Francesco Lepori. Il giornalista della RSI è, infatti, la mente dell’Osservatorio. “Mi sono occorsi tre anni di lavoro per allestire l'archivio il cui ‘cuore’ è costituito dalla raccolta della casistica giudiziaria nota. Per il Ticino ho ripercorso gli ultimi cinquant’anni, per il resto della Svizzera le inchieste principali che hanno segnato gli ultimi dieci”.

Ogni dossier presente nell’archivio è composto da atti giudiziari, articoli di stampa, servizi televisivi e radiofonici, fotografie e altro materiale. È disponibile sia in versione digitale, sia in forma cartacea. Una simile banca dati consente approfondimenti scientifici sulle dimensioni e le caratteristiche del fenomeno e la costruzione di progetti di ricerca nel contesto nazionale e internazionale. “Del tema – aggiunge Lepori –, si parla sempre in maniera sporadica. Si intervistano sempre le stesse persone e poi si torna sempre all’anno zero. Manca, a mio avviso, una visione d’insieme del fenomeno. L’obiettivo che perseguiamo è quello di creare uno strumento che dia profondità e continuità alla conoscenza del fenomeno”.

In che cosa consiste, quindi, il lavoro di Lepori quale responsabile operativo? “Essenzialmente, mi occupo di continuare il lavoro d’aggiornamento. Ci sono sempre nuovi casi e tanti altri sono ancora aperti. Mi avvalgo dell’aiuto di due colleghi della RSI: Elena Boromeo e Mattia Pacella, membri dell’Osservatorio”.

E ancora: “La RSI ha messo a disposizione il suo materiale d’archivio e ha concesso a noi tre l'autorizzazione a svolgere, a titolo volontario, l'attività accessoria.”

C’è voglia di approfondire

C’è voglia di approfondire, tra gli studenti dell’USI ma non solo. “Abbiamo – spiega il responsabile operativo – già tre studenti che presenteranno una tesi di master sul tema. Un archivio ha senso se lo si usa, se lo si consulta. Inoltre, il nostro Osservatorio sarà è già stato d’aiuto a degli studenti di altre università, svizzere ed estere".

Uno dei compiti dell’ O-TiCO, lo abbiamo detto, è quello di organizzare e promuovere eventi sul territorio inerenti al tema della criminalità organizzata. Il primo è in calendario il prossimo 16 settembre, in occasione dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario dell’USI. “Proporremo – conclude Lepori – un convegno dal titolo ‘Tracce della criminalità organizzata in Ticino tra passato epresente’ in cui interverranno come relatori Alessandra Cerreti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e Roy Garré, presidente della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale”.

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