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Cronaca
11.10.2021 - 11:280

I molinari festeggiano 25 anni e tornano in piazza. "I fine settimana alla Foce? Quella non è autogestione"

Il CSOA scenderà in piazza domani a Lugano. "Siamo una realtà scomoda, che induce alla riflessione, ad alzare lo sguardo dall’orizzonte dei propri privilegi, a reagire di fronte alle logiche di sfruttamento, discriminazione, controllo ed esclusiome"

LUGANO - L'autogestione torna in piazza, dopo le molte manifestazioni del periodo caratterizzato dall'abbattimento dell'ex Macello. Lo farà domani in piazza della Rivolta a Lugano, in occasione del 25esimo anniversario dalla fondazione del Molino.

Per celebrare la ricorrenza, domani uscirà "Macerie”, il podcast frutto di un progetto collettivo, un racconto a più voci e appassionato sulla storia dell’autogestione in Ticino", si legge in una nota del CSOA. "Un audio-documentario a puntate per riflettere su quello che siamo e su quello che vogliamo diventare, per risalire il fiume del tempo, per socializzare la nostra storia con
occhio critico e per costruire narrazioni che possano innescare un conflitto sociale. Gli episodi usciranno di martedì e saranno disponibili sul sito del Molino, verranno trasmessi da diverse radio e portali vicini al movimento e si potranno ascoltare sulle principali piattaforme di podcast. Chi volesse condividere ulteriori racconti lo può fare scrivendo a: macerie@inventati.org".

"Il 12 ottobre 1996 a Lugano è nato un Centro sociale – figlio della già pluridecennale rivendicazione di uno spazio libero e autogestito – facendo esplodere, tra le mille polemiche, l’idea di una realtà diversa, della volontà di un cambiamento, che mette in discussione il sistema vigente, con i suoi princìpi e le sue certezze", si legge ancora.

Cosa è il CSOA? I molinari non hanno dubbi: "Una realtà scomoda, perché induce alla riflessione, ad alzare lo sguardo dall’orizzonte dei propri privilegi, a reagire di fronte alle logiche di
sfruttamento, discriminazione, controllo ed esclusione che ci governano. Un’alternativa. Tanti tentativi di repressione. O di “inclusione” nel sistema, come se una mano di bianco potesse rendere la pecora nera uguale alle altre, come se l’omologazione potesse frenare una forza propulsiva".

E inevitabilmente la lingua torna dove il dente duole, come si è soliti dire, ovvero allo sgombero, visto come "il recente tentativo del municipio di Lugano: nell’incapacità di assumere la responsabilità di uno sgombero e di una distruzione violenta e infame riprova la carta dello smembramento e della confusione proponendo i fine settimana “autogestiti” al Foce, previo consenso e accettazione delle attività proposte. Quella non è autogestione, ma solamente l’ennesima forma di controllo paternalista, di sovradeterminazione statale rispetto alla libera autodeterminazione individuale e collettiva". Dunque, decisamente bocciata l'idea dei weekend alla Foce.

Proseguono gli autogestiti: "Noi siamo la pecora nera. Noi siamo il tarlo, che al di là dei giudizi e dei pregiudizi porta avanti un’idea – non più giovane e, sicuramente, non solo dei “giovani”
ma carica di determinazione, consapevolezza, creatività e rabbia. Perché le pale continuano, imperterrite e senza padronx, a girare e a macinare!".

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