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05.05.2022 - 08:580
Aggiornamento: 09.05.2022 - 18:22

La RAI approda a Brissago con i fratelli Palmieri, tra pesca e opera lirica

Il piccolo borgo balza agli onori della cronaca televisiva in un documentario dedicato ai paesi dell’Alto Verbano

BRISSAGO - Lunedì scorso, 2 maggio, il programma documentaristico “Geo”, in onda nel tardo pomeriggio su RAI Tre, ha dedicato una puntata all’Alto Verbano, intitolata “La Perla del Lago”. Oltre a Cannobio e ai piccoli villaggi della Valle Cannobina, “Geo” si è spinto oltre confine, parlando anche di Brissago. Protagonisti del reportage, i fratelli Giovanni e Ottavio Palmieri.

 

“Quando si parla di pesca, abituati a pensare ad antiche navi che solcano e spogliano oceani e mari con reti lunghe chilometri - racconta la voce narrante – chi potrebbe mai immaginare di trovare tra questi borghi antiche realtà di pesca sostenibile?”.

Un’attività che in passato era assai diffusa, sul Lago Maggiore, ma che oggi è limitata a poche barche. Tra i pescatori professionisti del Verbano svizzero c’è, appunto, Giovanni Palmieri, che prosegue la tradizione di famiglia insieme al socio Michele. Con la sua barca, ogni sera al tramonto solca le acque del lago – pulitissime, come in tutto l’Alto Verbano - e getta le reti, che recupererà il mattino successivo. Dopo una notte di pesca, con le ultime energie rimaste, sfiletta il pesce da consegnare ai ristoranti del lungolago, e non solo, dove si può gustare un buon fritto misto. Come all’Osteria Boato, che si vede nelle immagini del documentario.

“Puntiamo sui prodotti tipici del Lago Maggiore: persici, lavarelli, coregoni e luccioperca. Ultimamente stiamo valorizzando il siluro, di solito non molto apprezzato, che però si sta rivelando un pesce di qualità – ha raccontato Palmieri -. È un pesce non autoctono, molto vorace e di grandi dimensioni. Cerchiamo di valorizzarlo sia per venderlo sia per dargli la caccia, così da contenere la sua diffusione”.

 

Dalla pesca all’opera. Il fratello di Giovanni, Ottavio, nel 1993 ha appeso le reti al chiodo per studiare lirica, e in vent’anni di carriera ha tenuto oltre 800 concerti in tutto il mondo, anche alla Scala di Milano.

Attualmente, Ottavio sta ristrutturando la casa del nonno che, emigrato da Jesi, nelle Marche, nel 1916, acquistò negli Anni ’20 per offrire uno spazio abitativo e commerciale ai suoi sette figli. Ora il sogno di Ottavio è trasformare il palazzo di famiglia in un centro culturale e commerciale: “Il piano nobile ospiterà una galleria d’arte nella quale riscoprire le opere di Puccini, Verdi, Mascagni e Leoncavallo, che visse a Brissago – ha raccontato – mentre il giardino sarà adibito a spazio concerti. Penso a eventi come li concepiva Mozart, con poca gente ma beata”.

Guarda la trasmissione a questo link

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