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Cronaca
23.01.2023 - 13:480

Sulla barella per tre ore in attesa di un’operazione che non viene eseguita

La paziente assiste allo scaricabarile tra gli operatori sanitari alla ricerca di uno strumento che non si trova . Alla fine, l’intervento viene rimandato, ma lei non ci sta e chiede i danni

MILANO - È rimasta per tre ore su una barella, in attesa di un’operazione che alla fine non verrà eseguita. È accaduto alla clinica Humanitas San Pio X di Milano, dove Manuela Caligiuri, 44 anni, avrebbe dovuto sottoporsi ad un delicato intervento di ricostruzione per risolvere una patologia delle vie urinarie, programmato da mesi.

La donna però è rimasta inutilmente in attesa nel blocco preoperatorio, distesa su un lettino, mentre assisteva allo scaricabarile tra gli operatori sanitari alla ricerca di uno strumento necessario per l’intervento che non si trovava, mentre l’ansia e lo stress crescevano.

È la stessa protagonista di questa spiacevole vicenda a raccontare come si sono svolti i fatti: “Dal mio ingresso nel blocco preoperatorio, alle 8.30, ho atteso fino alle 11 con la flebo e la terapia antibiotica, mentre gli operatori cercavano uno strumento chirurgico, un tunnellizzatore, e intanto mi dicevano di continuare a digiunare nella speranza di trovarlo e di potermi così inserire in coda agli altri interventi”.

Alla fine, visto che lo strumento era irreperibile, si è deciso per un rinvio dell’intervento e la paziente è stata riaccompagnata nella propria stanza. “Dopo circa mezz’ora è arrivato il chirurgo che avrebbe dovuto operarmi, il dottor Vincenzo Capicotto, un ottimo professionista in cui ripongo una totale e assoluta fiducia. Era estremamente mortificato e mi ha detto che lo strumento era perso e che l'operazione sarebbe stata rimandata” - prosegue Caligiuri, che lavora per un’azienda farmaceutica.

A queste parole la donna è rimasta allibita, visto che l’operazione era stata programmata lo scorso 24 ottobre. Tra l’altro, la paziente riferisce che il dottor Capicotto si era sincerato più volte, nei giorni precedenti l’intervento, che tutta la strumentazione fosse disponibile. L’intervento è stato poi riprogrammato per il 25 gennaio, ma la donna pretende di sapere chi fosse responsabile di tale strumentazione, affinché riceva un richiamo formale.

Dal canto suo, l’Humanitas San Pio X ribatte: “Il nostro protocollo a tutela della sicurezza dei pazienti prevede che prima di ogni intervento chirurgico venga sistematicamente eseguita un'attenta valutazione della strumentazione di sala operatoria. Durante tale verifica, uno degli strumenti necessari è stato valutato non idoneo. Pertanto, informata la paziente, è stato riprogrammato l'intervento, già fissato in nuova data".

“Mi sono sentita presa in giro da questa spiegazione - riferisce Manuela Caligiuri - Ribadisco di essere stata presente nel blocco preoperatorio per ben tre ore, nelle quali oltre a vedere tutto ho anche sentito tutto, compresa la telefonata all'azienda farmaceutica per reperire al volo un tunnellizzatore usa e getta".

Per tutti questi motivi, la donna ha deciso di chiedere i danni all'Humanitas San Pio X: “Chiedo il risarcimento le spese vive sostenute per la riorganizzazione della mia vita familiare, che comprendono i costi di baby sitter per mia figlia, dog sitter, le giornate lavorative perse e le corse in taxi per andare e tornare dall'ospedale, più gli eventuali giorni di degenza che l'assicurazione non dovesse pagare subito e per i quali richiede il diario medico. Io mi rifiuto di affrontare altre situazioni problematiche e di stress. Vivo a Milano da sola con mio marito e mia figlia, senza aiuti familiari, quindi mi ero già organizzata per sostenere almeno tre giorni di degenza in ospedale. Spostarli di una settimana comporta uno sconvolgimento del puzzle a incastro che è la nostra vita, con costi maggiorati perché l'agenzia a cui mi appoggio per trovare le tate ha applicato un sovrapprezzo per lo scarso preavviso".

E aggiunge ancora una riflessione: “Cosa sarebbe successo se fosse capitato a una paziente proveniente, per esempio, dalla Sicilia? Non è così semplice dire: 'Torni settimana prossima'. Ci sarebbero state prenotazioni di voli e di hotel con cui fare i conti. Quanto accaduto a me è grave e non deve succedere mai più a nessuno".

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