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Cronaca
21.09.2023 - 12:560

Allevamento nel Sottoceneri: situazione disatrosa a causa del lupo

L’allarme dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori: “Nel distretto di Lugano la più alta concentrazione di lupi in Ticino. Da inizio anno 22 attacchi a greggi di capre e pecore hanno provocato la morte di 26 animali"

"Quando si parla di alpicoltura in Ticino, tornano immediatamente alla mente gli alpeggi della Leventina, della Val di Blenio, della Valmaggia, forse anche delle valli del Locarnese, del Bellinzonese e della Riviera, ma purtroppo si dimenticano facilmente gli alpeggi del Sottoceneri", scrive in un comunicato l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP).

"Eppure anche in questa parte del Canton Ticino molto urbanizzata, vi sono diversi contadini che mantengono la propria famiglia caricando un alpeggio, vendono prodotti di qualità a chilometro zero ai numerosi turisti che percorrono i loro alpeggi e soprattutto svolgono un preziosissimo lavoro, poco remunerato, di cura del territorio. Alla periferia delle varie borgate, dove i nuovi insediamenti non hanno occupato tutto il territorio un tempo agricolo, è possibile imbattersi ancora in qualche azienda di base con bovini, cavalli, capre e pecore, talune anche con un agriturismo annesso.

Anche nell’immaginario collettivo, il lupo viene spesso associato alle montagne del Sopraceneri. La realtà è invece assai diversa: nel distretto di Lugano (più la vicina Val Morobbia) e in particolare nella Capriasca e in Val Colla, secondo i dati pubblicati dal KORA, vi è la più alta concentrazione di lupi di tutto il Ticino: negli anni 2020 – 2023 (fino a febbraio) in questa zona sono stati identificati, tramite il DNA, 16 nuovi lupi (di cui 9 maschi e 7 femmine), ossia il 37% di tutti i lupi identificati nello stesso periodo in Ticino. Ricordiamo pure che il 95% dei lupi identificati ha ricevuto un'identità basata sulle analisi che sono state svolte dopo una predazione. Si tratta quindi per lo più di individui problematici. In Val Colla è stato inoltre identificato un branco che si sposta nelle adiacenti valli italiane e probabilmente anche verso la Capriasca. Infine non si può escludere che in quest’ultima zona si sia formata una nuova coppia con la relativa cucciolata. Questo senza contare le incursioni degli esemplari dell'ex branco della valle Morobbia.

Non c’è quindi da meravigliarsi se dall’inizio di quest’anno nel distretto di Lugano vi siano stati ben 22 attacchi a greggi di capre e di pecore che hanno provocato la morte di 26 animali, il ferimento di una decina di capi e causato una quindicina di dispersi. Persino nel Mendrisiotto quest’anno vi sono stati diversi attacchi sia sugli alpeggi del Monte Generoso sia in primavera nei dintorni di Mendrisio.

Le conseguenze di questa situazione sono preoccupanti: alcuni allevatori hanno cessato la loro attività e hanno venduto tutti i loro animali; altri sono scoraggiati sia per l’imminente autunno (con il libero pascolo a rischio) sia per il loro futuro. Si sentono dimenticati da tutti e non riescono più a pensare a una soluzione concreta del problema. 

Data la zona particolarmente turistica e le dimensioni ridotte delle aziende, l’utilizzo di cani da protezione è impossibile. Le recinzioni elettrificate si sono rivelate inadeguate sia per la morfologia del territorio sia per la presenza di ungulati che facilmente strappano le reti o restano impigliati. Rimane la chiusura notturna degli animali in stalla che però comporta parecchio lavoro supplementare, un minor benessere per gli animali e un rischio non trascurabile di predazioni diurne. D’altra parte in una zona altamente antropizzata, già ora, ma più ancora quando arriverà l’inverno, il rischio di incontri indesiderati di lupi con persone che percorrono per svago i boschi della zona e i numerosi sentieri diventa sempre più concreto. Le autorità cantonali non sembrano preoccupate della situazione o almeno non vi sono segnali che lo lascino intendere".

"L’allarme noi l’abbiamo lanciato e lo sottolineiamo forte e chiaro", conclude l'APTdaiGP nel comunicato. "Spetta ora a chi è competente per legge di agire oppure di rimanere in attesa dell’evento traumatico. La nuova ordinanza sulla caccia concederà maggiori responsabilità ai Cantoni per abbattimenti dissuasivi e preventivi. È giunto il momento di metterle in pratica".

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