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Cronaca
22.04.2024 - 16:400

L'inferno del Beccaria. 21 agenti indagati per violenze sui giovani carcerati

Si parla di pestaggi avvenuti in celle dove non ci sono le telecamere. I ragazzi venivano ammanettati in modo che non potessero difendersi. "Prima uno schiaffo, poi un pugno, infine un colpo nelle parti intime e lo sputo"

MILANO - I presunti maltrattamenti ai danni di alcuni detenuti minorenni, con anche un tentativo di violenza sessuale, hanno portato a un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria (uno solo non più attivo nel carcere) e all'ordine di sospensione per altri 8. Al carcere minorile Beccaria, a quanto pare, le punizioni e i pestaggi erano all'ordine del giorno.

L'inchiesta è in corso, dall'ordinanza del gip di Milano si legge che "le violenze perpetrate" all'interno del carcere Beccaria "corrispondono esattamente a una pratica reiterata e sistematica (...) che connota la condotta ordinaria degli agenti che vogliono stabilire le regole di civile convivenza (...) ed imporle picchiando, aggredendo e offendendo i minorenni detenuti. "I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica di Milano e positivamente vagliati dal gip in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate - si legge in una nota - a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del p.u. nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto".

I giovani venivano malmenati da più agenti, a volte intervenivano anche guardie che non erano di turno ma andavano a dare manforte ai colleghi. Per fare in modo che non potessero difendersi, venivano ammanettati. I pestaggi avvenivano spesso in alcune celle dove non c'erano telecamere. Sembra che venissero usati dei sacchetti di sabbia per picchiarli, perché non lasciassero tracce e secondo chi indaga, "c'era un clima invivibile. I ragazzi sapevano che in qualsiasi momento potevano essere picchiati e che non potevano denunciare perché le circostanze sarebbero state insabbiate". 

Tra gli episodi, una tentata violenza sessuale su un giovane, che come ritorsione ha poi aggredito l'agente responsabile. Quest'ultimo si è a sua volta vendicato, picchiando per una sera e una notte il ragazzo e un altro detenuto che si trovava in cella con lui. Agghiaccianti alcune testimonianze riportate nell'inchiesta.  "Mi hanno svegliato e mi hanno picchiato mentre ero in cella con un altro (...) mi hanno portato giù in una stanza singola e lì mi hanno ancora picchiato in faccia sul naso che mi faceva tanto male. Mentre mi picchiavano dicevano 'sei venuto ieri e fai così, sei un bastardo, sei un arabo zingaro", ha raccontato un giovane carcerato. Un altro sarebbe stato aggredito da ben sette agenti: "Il primo colpo è stato uno schiaffo, il secondo colpo è stato un pugno, il terzo colpo è stato nelle parti intime e da lì ho visto tutto nero (...) l'ultima cosa che mi ricordo è che mi ha sputato addosso".

"Hanno spaccato un mio amico (....) qua sul labbro qua c'aveva l'impronta degli stivali (...) gli hanno schiacciato la faccia con gli stivali", ha aggiunto un altro. 

Trapela che venissero usati anche dei bastoni per colpire i ragazzi mentre erano ammanettati. 

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