Ne ha dato notizia la figlia Sveva al Corriere della Sera. Una carriera lunga oltre mezzo secolo tra Rai, Mediaset, libri, successi e polemiche
MILANO - È morto Emilio Fede. A confermare la notizia, al Corriere della Sera, è stata la figlia Sveva. Il giornalista, uno dei volti simbolo della televisione italiana, si è spento all’età di 94 anni nella Residenza San Fedele di Segrate, alle porte di Milano, dove si trovava da alcuni giorni dopo un aggravamento delle sue condizioni di salute.
Nato a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, nel 1931, Fede aveva mosso i primi passi nel giornalismo collaborando con alcune testate locali e successivamente con la Gazzetta del Popolo. L’ingresso in Rai, alla fine degli anni Cinquanta, segnò l’inizio di una carriera destinata a durare più di mezzo secolo. Fu inviato speciale in Africa, dove seguì da vicino i processi di decolonizzazione, e divenne in seguito uno dei volti di punta della televisione pubblica. Nel 1981 fu nominato direttore del TG1, ruolo che ricoprì fino al 1982, attraversando una stagione complessa ma anche ricca di momenti destinati a restare nella memoria collettiva, come la lunghissima diretta della tragedia di Vermicino, seguita da milioni di italiani.
Nel 1987 Fede approdò al gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi, inaugurando una nuova stagione della sua carriera. Dopo aver fondato il TgA e diretto Studio Aperto, nel 1992 prese le redini del TG4, di cui divenne per vent’anni il volto indissolubilmente legato all’informazione targata Mediaset. Con il suo stile diretto e spesso polemico, fu protagonista di una stagione televisiva che ha segnato l’immaginario del Paese, tra successi di pubblico, aspre critiche e accuse di eccessiva vicinanza politica al fondatore di Forza Italia.
Non mancarono le controversie. Negli ultimi anni della sua vita dovette affrontare diversi procedimenti giudiziari, dalla condanna per bancarotta a quella per favoreggiamento della prostituzione minorile nell’ambito del cosiddetto caso “Ruby bis”. Vicende che ne hanno inevitabilmente appannato l’immagine, senza però cancellare il peso della sua lunga carriera giornalistica.
Accanto al lavoro televisivo, Fede fu anche autore di diversi libri, in cui mescolava memoria personale, retroscena politici e riflessioni sul mestiere del giornalista. Sul piano privato era sposato dal 1965 con la giornalista e senatrice Diana De Feo, scomparsa nel 2021, dalla quale ha avuto due figlie, Sveva e Simona.
Con la sua morte si chiude un capitolo della storia del giornalismo televisivo italiano. Emilio Fede lascia dietro di sé un’eredità controversa ma indiscutibile: quella di un cronista che, nel bene e nel male, ha saputo incarnare per decenni il rapporto tra televisione, informazione e politica, contribuendo a scrivere una parte della storia recente del Paese.