Il Consigliere di Stato: "Devono essere affrontati i nodi reali e cambiate le regole. Lo ribadisco, ognuno di noi ha le sue responsabilità, è solo ammettendolo che riusciremo a migliorare"
BELLINZONA – “Inaccettabile 40 franchi per una chiamata di un minuto”. Il titolo – pubblicato nei giorni scorsi da Tio– ha scatenato una vera ondata di commenti, indignazione e domande sul funzionamento del sistema sanitario svizzero. La storia portata alla luce dal portale è presto spiegata: un paziente del Sottoceneri riceve una fattura di 40 franchi per una telefonata del suo medico. Una chiamata di cortesia, o di controllo, durata a suo dire appena un minuto. In fattura, però, veniva riportata la descrizione di “consultazione telefonica di 15 minuti”.
Dietro quei 15 minuti, spiega l’articolo, si nascondono anche la consultazione della cartella clinica e la successiva annotazione del caso. Tutto formalmente corretto, ma l’effetto resta lo stesso: per molti cittadini, un conto che “non torna”. A intervenire nel dibattito è stato oggi il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, attraverso un post pubblicato su Facebook. “Il sistema oggi permette queste fatturazioni – scrive –. Tutto è stabilito a livello federale: tariffe, codici delle prestazioni, margini da applicare. Se le regole permettono che una telefonata di un quarto d’ora costi 40 franchi, vuol dire che bisogna cambiare le regole”.
De Rosa ricorda come le casse malati controllino ogni anno “circa 130 milioni di fatture, rifiutandone di errate o sospette per un valore stimato di 3,5 miliardi di franchi. Ma nonostante i controlli, non basta a garantire che ogni fattura sia giusta, proporzionata e comprensibile”.
Il problema, sottolinea il ministro, non è solo il farmaco troppo caro o il rimborso che non arriva. “È che in troppi casi una prestazione legittima può trasformarsi in un costo insostenibile – scrive – a causa di visite doppie, analisi ripetute, mancanza di comunicazione tra medici e poca trasparenza”. Il punto, secondo De Rosa, è che quando tutti rispettano le regole ma i premi continuano a salire, “allora è il sistema a essere sbilanciato”.
“Il Cantone – ricorda De Rosa – non ha il potere di riscrivere la legge federale”. Tuttavia, “quel che possiamo fare lo stiamo facendo”. “Devono essere affrontati i nodi reali e cambiate le regole – conclude –. Ognuno di noi ha le proprie responsabilità. È solo ammettendolo che riusciremo a migliorare. Fa arrabbiare? Può darsi, ma tanto devo, in onestà, ai ticinesi”.