ECONOMIA
Il martedì nero di Credit Suisse: titoli ai minimi storici, aleggia lo spettro default
Le azioni della grande banca svizzera hanno perso oggi fino all’11%, arrivando a toccare i 3,52 centesimi. E mentre si inizia a parlare di fallimento, gli esperti sostengono che non è impossibile, ma “altamente improbabile”

ZURIGO - Non si arresta il crollo in borsa di Credit Suisse (CS). I titoli del secondo istituto di credito della Svizzera sono arrivati stamani a perdere fino all’11%, segnando un nuovo minimo storico a 3,52 centesimi, per poi stabilizzarsi intorno a -8%.

Stando agli esperti, sempre più investitori temono un crollo finanziario della grande banca. Espressione di questo timore è il forte aumento dei "credit default swap", i valori che offrono copertura contro un dissesto. "Ciò significa che il mercato sta prezzando in modo aggressivo il fallimento di una delle maggiori banche svizzere", si legge in un commento di Swissquote. "Il fallimento è possibile? Sì, è possibile, ma altamente improbabile". Perché CS è certamente "troppo grande per fallire", affermano gli specialisti dell'istituto online.

Venerdì la direzione ha cercato di rassicurare i dipendenti: in un comunicato interno ha sostenuto che nonostante le quotazioni di borsa, la base di capitale e la posizione di liquidità restano solidi. La società si dice inoltre a buon punto con la sua revisione strategica.

La situazione appare comunque tesa: stando al Financial Times, i vertici di Credit Suisse hanno trascorso il fine settimana cercando di rassicurare i grandi clienti e gli investitori sulla sua stabilità finanziaria. La banca inoltre avrebbe smentito le recenti notizie di stampa su un possibile aumento di capitale, aggiunge il quotidiano britannico.

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