"La Terra ha i giorni contati, per colpa di Trump"
Lo sostiene l'astrofisico Stephen Hawking, che punta il dito contro l'uscita degli USA dall'accordo sul clima di Parigi. La soluzione? "Creare delle colonie indipendenti nello spazio"
WASHINGTON – Per l’astrofisico Stephen Hawking, la situazione della Terra è tutto tranne che rosea, e il futuro addirittura a rischio. E tutto ciò per colpa di Donald Trump.
Non per il muro sul Messico, per esempio, o per il Muslim Band. No, il problema a suo avviso è la decisione del presidente degli USA di uscire dall’accordo sul clima di Parigi. “Siamo vicini a un punto di non ritorno oltre il quale il riscaldamento globale diventerà irreversibile”, ha detto.
Addirittura, secondo lui, “la scelta di Trump potrebbe spingere la Terra oltre questa soglia e farla diventare come Venere, con temperature oltre 250 gradi e piogge di acido solforico”. Venere è il più caldo dei pianeti del sistema solare e a renderlo tale è un effetto serra con nuvole opache e perenni di acido solforico che impediscono la sua visione diretta: la sua temperatura tocca i 450 gradi, e la pressione è cento volte più alta di quella che c’è sul nostro pianeta.
“Il cambiamento climatico è uno dei grandi pericoli da affrontare, se vogliamo fermarlo dobbiamo farlo ora”, ha ammonito.
Altrimenti? Venere viene usata come una sorta di laboratorio, per studiare che cosa accadrebbe se la CO2 raggiungesse determinati livelli. Per l’astrofisico, è un pianeta ormai spacciato. E la Terra non se la passa molto meglio. “ha i giorni contati per il comportamento degli uomini”.
Cosa fare, dunque? La sua ipotesi, suggestiva, sembra comunque, allo stato attuale, irrealizzabile: “la migliore speranza per la sopravvivenza della specie umana può essere la costruzione di colonie indipendenti nello spazio”.
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