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02.03.2018 - 11:440
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Ghiringhelli, "rimuovete il corrispondente USA della RSI dal suo ruolo". Pontiggia va giù durissimo, "lui sarà fazioso ma tu sei un illiberale tagliatore di teste"

Il fondatore del Guastafeste non apprezza il lavoro di Andrea Vosti, "perfino con le espressioni facciali trasmette la sua antipatia verso Donald Trump. Volevo votare sì a No Billag per la faziosità, ho scelto il no ma controbilancio con questa mozione indirizzata a Canetta". Che scatena l'ira di Pontiggia

COMANO – “Sei un illiberale tagliatore di teste”: Fabio Pontiggia  non le manda a dire a Giorgio Ghiringhelli. Tema? Indirettamente, No Billag e il servizio pubblico, la presunta faziosità di alcuni giornalisti. Più nei dettagli: una petizione lanciata dal Guastafeste per rimuovere un giornalista della RSI, Andrea Vosti.

Il corrispondente dagli USA è accusato da Ghiringhelli di  essere “smaccatamente fazioso ogni volta che parla del presidente Donald Trump, e ciò non è tollerabile per una TV che ha un mandato di servizio pubblico e che sta in piedi  con il canone pagato obbligatoriamente da tutti gli abitanti della Svizzera,  anche da coloro che non hanno preconcetti verso Trump e desiderano solo essere informati in modo oggettivo su ciò che il presidente americano fa o non fa”.

“I giornalisti di sinistra, che sono la stragrande maggioranza in Europa, in Svizzera e in Ticino, rimproverano insomma a Trump di non fare quelle cose di sinistra che avrebbero voluto che facesse coloro che non l’hanno votato e che hanno perso le elezioni”, prosegue, sostenendo che buona parte della stampa europea non è “neutrale” verso il Tycoon.

Dunque, ha lanciato una petizione che sarà sottoscrivibile online, indirizzata a Maurizio Canetta, per far rimuovere Vosti dal suo ruolo di corrispondente dagli USA, “e di affidare tale compito a un professionista più rispettoso del mandato di servizio pubblico che la nostra TV dovrebbe perseguire”.
“Ormai tutti i telespettatori hanno capito che Andrea Vosti , in ogni suo servizio, non perde occasione per mettere in cattiva luce il presidente Donald Trump, ingigantendo le sue sconfitte e minimizzando o tacendo le sue vittorie  e soprattutto facendolo passare per un mentecatto. Perfino con le espressioni del suo viso trasmette la sua antipatia verso Donald Trump, e che a ogni piè sospinto dimostra la sua faziosità nei suoi commenti e nella scelta delle notizie da trasmettere al telegiornale ticinese,  non è semplicemente in grado di svolgere con oggettività il suo compito di corrispondente dagli USA”, incalza.

Una petizione a pochissime ore dal voto su No Billag… “Confesso di essere stato a lungo tentato di votare a favore dell’iniziativa che chiede di abolire il canone radiotelevisivo , e ciò non tanto per gli innegabili sprechi in casa SSR, quanto per l’altrettanto innegabile faziosità di molti giornalisti e di molti servizi giornalistici sbilanciati a sinistra su temi di importanza vitale per il futuro della Svizzera, quali l’Islam, l’immigrazione di massa e l’Unione europea. Una faziosità che mi era capitato di sperimentare anche sulla mia pelle quando nel 2013, a pochi giorni dalla votazione cantonale sull’iniziativa “antiburqa”, alla radio della RSI andò in onda un servizio con cinque ospiti contro l’iniziativa e uno solo (Iris Canonica)  a favore”, aggiunge Ghiringhelli nella sua email inviata in redazione. “Per finire ho deciso di votare contro l’iniziativa No Billag, ma allo stesso tempo di controbilanciare questo mio sofferto voto con una petizione che è un invito alla RSI a essere meno faziosa e meno “governativa”  in futuro, anche nella scelta dei suoi corrispondenti,  dei suoi ospiti e dei suoi “esperti”. Se nulla dovesse cambiare, ne farò tesoro alla prossima  votazione…”.

Una petizione che proprio non è andata giù al direttore del Corriere del Ticino, che in un’email che abbiamo visto ha risposto secco: “il corrispondente RSI dagli USA è faziosissimo, ma tu sei un illiberale tagliatore di teste. Criticare è giusto e legittimo, e anche doveroso; chiedere di rimuovere no. Il Corriere del Ticino non si è presta a fare da cassa di risonanza a questo genere di operazioni”.

La battaglia su No Billag, insomma, lancia le ultime cartucce. Da Comano è arrivata una direttiva interna per chi lavora in RSI, che non potrà esultare se vincerà il no. L’idea comune è che comunque il tutto non si esaurirà con la votazione, e che la radiotelevisione dovrà tener conto di quanto uscito durante questi mesi, con toni però spesso eccessivi.
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