ROMA - Il discorso di Fedez al Concertone del Primo Maggio e la denuncia delle pressioni della Rai per fargli tagliare alcuni passaggi fanno ancora discutere. Moltissimi i consensi per le parole spese a favore del ddl Zan. A non essere d'accordo è Mario Giordano, che a 'Fuori dal coro' ha dato la sua interpretazione del ddl.
Ma ancora prima di quanto detto sul decreto contro la discriminazione, il giornalista e Selvaggia Lucarelli hanno voluto sottolineare un punto: il non aver citato i lavoratori, nel giorno della loro festa, in particolar modo i corrieri di Amazon. "Sapete cosa sarebbe stato davvero coraggioso, da parte di Fedez? Fedez è testimonial Amazon. Guadagna svariati milioni di euro con Amazon. Questo sì che rappresenta quel “qualcosa da perdere”. Ieri era la festa dei lavoratori, questo era il tema e su quel palco si doveva parlare soprattutto di lavoro e lavoratori.
Lui quel tema l’ha sfiorato con quel “caro Mario” un po’ frettoloso, e poi è passato ad altro. Poteva rivolgersi al suo principale datore di lavoro, Amazon, e usare quel palco per chiedere di tutelare i diritti dei suoi lavoratori che fanno pipì nelle bottiglie e i cui sindacati sono costantemente ostacolati. In questo Fedez poteva essere coraggioso. Dimostrare di avere il coraggio di perdere qualcosa".
Mario Giordano ha usato parole molto simili. E ha specificato, rivolgendosi a un Fedez di cartone che campeggiava nello studio, che ritiene che abbia fatto bene a dire ciò che pensava senza censure. "Ma la tua libertà non deve ledere la mia di dire che non sono d'accordo col ddl Zan, che pare non possa essere contestato", ha proseguito, affermando che già con le leggi attuali chi discrimina o fa del male a qualcuno, non per forza solo al mondo LGBT, viene punito (quel che aveva detto anche Salvini).
E spiega perché non concorda col ddl. Giordano teme che quando qualcuno dirà che "una famiglia è formata da una madre, un padre e un bambino o che un bambino ha una mamma e un papà", potrò finire in Tribunale.
A suo avviso il ddl Zan sdoganerebbe l'identità di genere, il genere che ciascuno sente di avere, anche se non corrisponde al sesso di origine, a prescindere dall'aver concluso o meno un percorso di transizione, ovvero di 'cambiamento' del proprio sesso. "Se uno stupratore in carcere dirà di sentirsi donna, dovrà essere trasferito nella sezione femminile. Capite il pericolo?".