«Bisogna definire delle misure concrete. La città di Berna sta svolgendo un ottimo lavoro (citato nel testo della mozione, ndr), dove sono stati scelti cinque assi strategici e da lì hanno definito obiettivi e strategie. Uno classico è conciliare lavoro e famiglia, per cui servono più asili nido, mense, orari flessibili. Sono queste le misure concrete da attuare o da migliorare: in Ticino ci sono già ma non sono sufficienti, perché la donna spesso deve scegliere se lavorare o rimanere a casa con i figli. Non dimentichiamo che ci sono anche uomini che vorrebbero lavorare a tempo ridotto. Un altro capitolo importante è quello della formazione, dove vi sono dei pregiudizi nei confronti delle donne, che scelgono magari degli studi più mirati. Servirebbe un'informazione interna alla scuola atta a far capire che alcune professioni non sono solo maschili. Ci si chiede come mai le donne non arrivano ai ruoli dirigenziali o a capo di imprese e consigli d'amministrazione, in realtà scelgono di principio studi più umanistici o pensano a quello che sarà il futuro della famiglia. Anche il Consiglio federale afferma che la forza lavorativa femminile è importante, e da anni ci sono dei progetti sulla conciliabilità».