POLITICA
«Segnalazione dei radar, le basi giuridiche ci sono»
Il consulente giuridico del governo conferma che la misura approvata dal Gran Consiglio si può applicare. «Rientra nel concetto di prevenzione e informazione»
BELLINZONA - Segnalare i radar vuole dire permettere all'automobilista di infrangere le norme? È polemica ad alcuni giorni dalla decisione del Gran Consiglio, ma la domanda che ci si pone è: è possibile farlo? La Legge federale sulla circolazione stradale dice che «è punito con la multa chiunque segnala pubblicamente controlli ufficiali della circolazione stradale», mentre Gobbi ha affermato che le basi giuridiche ci sono.Il consulente giuridico del governo Francesco Catenazzi ha spiegato a La Regione perché segnalare i radar mobili non va in contrasto con le norme federali. «Nell’ambito dell’adozione dell’articolo 98a della Legge sulla circolazione stradale (quello citato prima, ndr), il Consiglio federale non ha indicato di voler impedire alla polizia la possibilità di segnalare la presenza di radar: in altri cantoni la polizia continua infatti a segnalare la posizione perlomeno di alcune postazioni per il rilevamento della velocità».La legislazione, sia a livello cantonale che federale, dà grande importanza al concetto di prevenzione e dunque «ogni misura che consenta di indurre i conducenti a una guida rispettosa delle regole della circolazione stradale è ammissibile e conforme allo spirito della legge». La polizia ha il compito di educare i cittadini, non solo di punirli, e l'aspetto informativo è quindi importante. Segnalare i radar mobili rientrerebbe nell'informare, e, secondo Catenazzi, sarebbe «il medesimo obiettivo che ci si prefigge quando lungo i cantieri autostradali si piazzano talvolta i cartelli che segnalano controlli radar».Quale la via migliore, per far sì che la decisione del Gran Consiglio, assunta principalmente grazie ai voti della triade PPD-Lega-La Destra, sia applicata? Fiorenzo Dadò, capogruppo PPD, aveva proposto una generica segnalazione di intensificazione di radar nella zona per un certo periodo. «Spetta al Dipartimento istituzioni e alla Polizia cantonale elaborare una proposta di attuazione del principio accolto dal Gran Consiglio», non si esprime Catenazzi: ciò che è sicuro, è che la legge consente di farlo, come spetterà ad altri capirlo.
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