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23.02.2017 - 23:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il reclutatore è un amico di Moutaharrik. Forse un lavoratore della Argo 1 è partito per la Siria

L'uomo arrestato ieri ritiene gli attentati una logica conseguenza della violenza. Secondo un collega, un 26enne marocchino, impiegato nella stessa agenzia di sicurezza sarebbe partito per il Medioriente

CADENAZZO - Il turco-svizzero 32enne arrestato ieri nella prima maxi inchiesta ticinese antiterrorismo era amico di Abderrahim Moutaharrik, il kickboxer recentemente condannato per terrorismo a 6 anni e mezzo di reclusione, collegato al Ticino perché svolgeva allenamento di boxe a Canobbio. Oggi, conoscenti e colleghi riflettono sul 32enne, tale Ümit Y. Lavora con un ruolo di spicco nella Argo One, l'agenzia di sicurezza da ieri al centro delle inchieste. Era arrivato nel mondo della sicurezza dopo aver tentato altre strade professionali, dall'impiegato al proprietario di una ditta di pulizie. L'uomo è accusato di aver reclutato adepti per l'ISIS. Secondo una fonte interna sentita da ticinonews.ch, ci sarebbe almeno una persona all'interno della ditta partita per la Siria un anno e mezzo fa. Si tratterebbe di un giovane marocchino di 26 anni, di Lugano. Se sia vero oppure una semplice voce fra colleghi, non è dato sapersi. Ümit Y. ai tempi giocava a tennistavolo, e a tio.ch alcuni ex compagni lo hanno definito come una persona buona, che amava ridere. Poi lo hanno perso di vista. Tornando a quanto si dice di lui fra i colleghi, riteneva che la causa della situazione mondiale siano gli americani, e che gli attentati rappresentino una risposta alla violenza. Ma nessuno avrebbe mai creduto che alle parole sarebbero seguiti i fatti: non è neppure un radicale, anche se, dopo essersi avvicinato alla religione islamica durante l'adolescenza, pregava regolarmente. Frequentava anche la moschea di Viganello. La Argo 1, intanto, pare essere nel caos, dopo l'arresto ieri del 36enne svizzero titolare dell’agenzia, che oltre all'accusa di sequestro di persona ai danni di un minorenne al centro asilanti di Camorino sarebbe accusato anche di usura contro i suoi dipendenti, sottopagati o retribuiti in nero. Gli stessi fra cui Ümit Y. avrebbe cercato, forse riuscendo almeno nel caso citato, a reclutare adepti per l'ISIS. E le due inchieste, seppur separate, appaiono sempre più collegate, tanto è vero che il 32enne era da tempo nel mirino delle autorità, e una segnalazione dei sindacati contro la Argo avrebbe solo accelerato il tutto.
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