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07.06.2017 - 15:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

La Lega grida al tradimento di PLR, PPD e PS. "Decisione scandalosa che mostra come la priorità sia la capitolazione senza se e ma. Noi lotteremo!"

I leghisti reagiscono immediatamente alla decisione riguardante il casellario. "Tradisce il popolo, mina la nostra credibilità, sacrifica la sicurezza e non farà fare passi avanti nel dossier con l'Italia".

LUGANO - Un siluro, in cui si parla di tradimento, ci si dice convinti che l'accordo fiscale in realtà non sarà mai firmato, e si promette battaglia. La Lega dei Ticinesi ha inviato quasi in tempo reale un durissimo comunicato stampa in cui si dice "sconcertata dalla decisione presa in data odierna dalla maggioranza PLR-PPD-PS in Consiglio di Stato, che – contro la volontà dei due “ministri” leghisti - ha cancellato l’obbligo di presentazione del casellario giudiziale per l’ottenimento di un permesso G o B"

Ricorda come "tale richiesta, introdotta nell’aprile 2015 su impulso del direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, poggia su grande consenso sia popolare (petizione con oltre 12mila firme raccolte) che parlamentare. E’ infatti sfociata in ben due iniziative cantonali ticinesi, approvate nelle Commissioni delle istituzioni politiche (CIP) di entrambe le Camere federali; tra l’altro su raccomandazione (!) del Consiglio di Stato stesso! Ma soprattutto, la richiesta del casellario giudiziale ha dimostrato al di là di ogni dubbio la propria efficacia, avendo consentito di rifiutare 64  permessi a cittadini stranieri macchiatisi di gravi reati, e dunque pericolosi. A ciò si aggiungono tutti i pregiudicati che, sapendo della richiesta dell’estratto del casellario, hanno rinunciato a postulare l’ottenimento di un permesso per trasferirsi (o fare i frontalieri) in Ticino; costoro, evidentemente, non figurano in alcuna statistica". Dunque, l'efficacia della misura, per i leghisti, è evidente.

Ma ora la marcia indietro. "La maggioranza PLR-PPD-PS con la scandalosa decisione odierna" causa tre effetti: dapprima, "tradisce la volontà di cittadini e parlamento, avendo di fatto deciso la cancellazione della misura: la presentazione del casellario giudiziale “su base volontaria” è, infatti, una barzelletta. Si abbia quindi almeno la decenza di chiamare le cose con il proprio nome (altro che “riorientamento”)".

Poi, "mina la credibilità del Ticino a livello federale; la deputazione ticinese a Berna si è spesa collegialmente e a più riprese a sostegno della misura, convincendone dell’evidente validità vari colleghi di altri Cantoni, come dimostrano le decisioni prese nelle due CIP".

E infine, "sacrifica la sicurezza interna del Ticino – oltretutto, in un periodo in cui questa è a giusto titolo una preoccupazione primaria di tutti i Paesi UE e non solo – sull’altare di illusori accordi fiscali sui frontalieri".

Per il Movimento di via Monte Boglia, infatti, "è evidente che l’Italia non ha alcuna intenzione di ratificare i nuovi accordi fiscali sui frontalieri, poiché aumentare le imposte a questi ultimi è controproducente dal profilo elettorale. Le recenti polemiche montate ad arte da politici della vicina Penisola a sostegno dei frontalieri lo dimostrano al di là di ogni dubbio. Ricordiamo, nel caso alla maggioranza PLR-PPD-PS fosse sfuggito, che in Italia si sta dibattendo la nuova legge elettorale in prospettiva di indire le elezioni in ottobre. È evidente che nessuna forza politica vorrà giocarsi il prezioso sostegno dei frontalieri ratificando un accordo che prevede un loro aggravio fiscale.
Secondariamente, i nuovi accordi non sono nemmeno così interessanti per il Ticino: le maggiori entrate rischiano di essere irrilevanti se non inesistenti, ed in più il nostro Cantone   perderebbe la possibilità di bloccare i ristorni dei frontalieri, e con essa il suo più efficace mezzo di pressione nei confronti sia di Berna che di Roma".

Non è finita: "altrettanto evidente è che la proditoria e scandalosa decisione odierna della maggioranza governativa non permetterà di compiere alcun passo avanti a proposito della cancellazione del nostro Paese dalle black list italiane illegali, e nemmeno per quanto attiene alla possibilità degli operatori finanziari elvetici di operare oltreconfine".

Per la Lega, comunque, la conclusione è una pillola amarissima amara: "la cancellazione della richiesta del casellario giudiziale non ci farà avanzare di un centimetro nei dossier aperti con l’Italia, mentre danneggia pesantemente la sicurezza interna del nostro Cantone. Con la decisione di oggi, la maggioranza PLR-PPD-PS in Consiglio di Stato ha dimostrato che la propria priorità è la capitolazione senza condizioni davanti alle richieste dell’Italia e di Berna, a danno degli interessi del Ticino e dei suoi abitanti".

Ma la battaglia non finsice di certo qui. "La Lega dei Ticinesi annuncia già fin d’ora che percorrerà tutte le strade possibili – a cominciare da quella parlamentare – affinché l’inaccettabile decisione governativa odierna venga revocata, e la richiesta sistematica del casellario giudiziale ripristinata quanto prima".
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