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13.06.2017 - 08:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

I siluri di Caprara sulla Lega, "tornare alle urne? Ma poi non si dica che siamo sempre più simili all'Italia... Accettino le decisioni prese"

Il presidente del PLR accusa: "la scelta sul casellario è logica, però è più semplice alimentare il sentimento anti italiano. Ci sono misure per combattere il dumping, dipende da che scopo si ha"

BELLINZONA  - “Per combattere il dumping e i problemi sul lavoro, si possono raccogliere firme per revocare il Governo oppure applicare le misure possibili: dipende da quale sia lo scopo”. Non usa mezzi termini, Bixio Caprara, presidente del PLR, nel commentare l’uscita di domenica sul Mattino di Bignasca, che pare aver raccolto qualche proselito, stando ai commenti sui social, e l’appoggio di Piero Marchesi, presidente dell’UDC, ma non, come prevedibile, quello del PS e del PPD.

Il presidente liberale non risparmia frecciate alla Lega, accusandola di voler alimentare un sentimento anti italiano.

Cosa pensa di quanto detto da Bignasca?
“In democrazia sarebbe una buona cosa accettare delle decisioni anche quando non coincidono con le proprie. Poi, varrebbe la pena capire che cosa è stato deciso. Hanno scelto che la richiesta del casellario non è sospesa, rimane in vigore, si è solo detto al Consiglio Federale che nella misura in cui si firmasse l’accordo con l’Italia, si è disposti come Cantoni a rinunciarvi, anche perché si è consapevoli che è una procedura di competenza federale. Va bene quello che è stato deciso ai suoi tempi dal Gran Consiglio, ovvero di farsi portavoce sul piano nazionale, in modo che non sia una misura discriminatoria verso gli italiani e solo ticinese, ma affinché divenga obbligatoria per chi vuole richiedere lo statuto di frontaliere. Sul piano federale va bene, rispettando il fatto che facciamo parte della nostra beneamata Confederazione non solo quando fa comodo".

Dunque, lei sembra appggiare la decisione
"Quanto scelto dal Consiglio di Stato è la logica conseguenza della richiesta sul piano federale, segno che quello che si applicava era una forzatura. Infatti era stato detto più volte da Berna, che ci aveva chiesto di rinunciare, e questo pareva essere l’ultimo ostacolo alla firma con l’Italia. Certo, fa più effetto dire che è un affronto rispetto a quanto deciso dal Gran Consiglio, un mettere a rischio la sicurezza del Cantone: ma scherziamo? Non mi risulta che rispetto a quando non si richiedeva il casellario vi sia stato un rifiuto maggiore di richieste. Il Cantone dovrebbe avere anche altri strumenti di verifica, tenendo conto che prima che un’informazione venga scritta sul casellario possono passare anni”.

Dunque, in ragione di ciò, quella di Bignasca è un’uscita estemporanea?
“Rientra probabilmente nella chiara strategia di rafforzare questo sentimento anti italiano, questo dagli allo straniero. Le associazioni mafiose, denunciate da taluni ancora recentemente, non sono state fermate dal fatto di chiedere il casellario…”

Secondo lei, se si passasse dalle parole ai fatti, riuscirebbero a raccogliere le firme necessarie?
“Non lo so. Io di certo non li aiuto. Lo facciano, siamo in democrazia. Nel nostro sistema è possibile fare tante cose, poi non lamentiamoci se stiamo sempre più assomigliando a quella Repubblica che apparentemente si dovrebbe secondo loro odiare”.

Oltretutto, non è detto che un eventuale risultato alle urne sia per forza favorevole alla Lega, che ha la maggioranza e che promuoverebbe la raccolta firme, concorda?
“Non è una nostra strategia, comunque, però tutti quelli che hanno voluto forzare la mano, e la signora May docet, così come il suo predecessore, nel chiedere elezioni anticipate, non ha avuto dei buoni risultati, anzi”.

Potrebbero addirittura farvi un favore…
“Ho troppo rispetto del nostro paese e delle nostre istituzioni per una speculazione simile. Non fa parte della nostra cultura, bisogna andare al di là dei soliti cliché di lesa maestà perché qualcuno ha perso la votazione sulla tassa sul sacco o perché è stato messo in difficoltà per un interesse maggiore. Da quando c’è la maggioranza relativa della Lega in Governo non mi pare che i frontalieri siano diminuiti, tutt’altro. Forse quindi ci sono altri motivi che portano a questa situazione. Uno di essi è l’evidente e importantissimo gap tra l’imposizione fiscale in Italia e quella ticinese, si parla di un rapporto di uno a otto. Il fatto stesso che si vede che i frontalieri si dicono insoddisfatti dell’accordo perché verrebbero tassati di più potrebbe far pensare a qualcuno che magari sarebbe una delle misure. Non c’è la formula magica, ma anche aver aumentato i controlli, avere 19 CCL, altre misure attuate fanno pensare che si sta andando nella giusta direzione contro la pressione sui salari che sta impoverendo alcune zone”.

Insomma, per lei meglio attuare queste misure che raccogliere 15mila firme per revocare il Governo…
“Bisogna sapere che obiettivi si hanno, se si vuole prendere per il naso la gente oppure cercare di correggere delle situazioni di squilibrio…”


Paola Bernasconi
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