Il Consiglio di Stato preoccupato per l'indebolimento delle misure di accompagnamento alla libera circolazione: "Una loro modifica sarebbe problematica per il Ticino"
Il Governo ha inviato una lettera al Consiglio federale dove esprime tutte la sua "apprensione per le notizie che riferiscono di possibili ipotesi di concessioni elvetiche all'Unione Europea"
BELLINZONA – Il Consiglio di Stato è preoccupato per un eventuale indebolimento delle misure di accompagnamento alla libera circolazione. Lo ha fatto capire – come riferito da La Regione – attraverso una lettera indirizzata al Consiglio federale, nella quale il Governo esprime "una certa apprensione per le notizie di stampa che riferiscono di possibili ipotesi di concessioni elvetiche all'Unione Europea sul fronte delle misure di accompagnamento".
Per il Consiglio di Stato, queste misure, sono "uno degli elementi imprescindibili dell'attuale impostazione della politica europea svizzera, poiché contribuiscono a gestire gli effetti negativi della libera circolazione dei lavoratori, che tocca in particolar modo il Ticino, che ha più volte chiesto di rafforzare queste misure".
Nella missiva del Governo si osserva come le misure allentamento "sono la cauzione prevista da contratti collettivi di lavoro di obbligatorietà generale e gli otto giorni di carenza prima di iniziare a lavorare dopo la notifica dell’impiego".
Una modifica di tali misure, secondo il Consiglio di Stato, non è necessaria in quanto "sono efficaci, proporzionali, di buon senso, del tutto gestibili da imprese minimamente serie e attrezzate per gestire lavori all’estero".
"Una loro messa in discussione – conclude il Governo – sarebbe problematica. Perché renderebbe difficile difendere una tale scelta nel contesto del mercato del lavoro ticinese".
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