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07.03.2019 - 18:000

Spano bacchetta il Locarnese: "serve una scossa. Ma 'em sempar fai inscì'..."

Il Consigliere comunale prende spunto da quanto detto da Artioli. "Siamo la terra del cinema e potremmo diventare la Città del Festival tutto l'anno, oltreutto ci sarebbe la combo Castello, PalaCinema, Torre e Macello. I cittadini resteranno a piedi"

di Alessandro Spano*

Ho letto con molto interesse Stefano Artioli su Liberatv e l’ho apprezzato parecchio per la sua schiettezza, la sua capacità di guardare lontano e... per avere ragione.

Se penso alla mia Città, il municipale Giovannacci ha ben esposto i progetti che il Municipio ha messo in campo per costruire la Locarno di domani. Tuttavia, la politica cittadina (o forse meglio: regionale) manca secondo me di una visione strategica a lungo termine nel creare nuovi posti di lavoro.

Il Locarnese è la terra del cinema grazie al Locarno Festival, uno dei più importanti festival del film al mondo. Eppure ... il locarnese politico non è in grado di costruire il futuro attorno a questa pietra. 

Il Locarnese deve diventare il polo dell’audiovisivo e le nuove tecnologie (4D, 5D, realtà virtuale aumentata) offrono grandi opportunità: bisogna però costruire scuole, strutture tecnologiche, strutture di accoglienza, percorsi ciclabili, trasporti pubblici moderni, attrazioni turistiche che permettano di capire al volo che Locarno è la Città del Festival tutto l’anno, eccetera. Tutto ciò permetterebbe al Locarnese di creare posti di lavoro per le nuove generazioni e di essere turisticamente attrattiva tutto l’anno, alla facciaccia della meteo ballerina.

Inoltre, grazie al progetto di rivitalizzazione dell’area dell’ex macello, andrebbe rilanciata anche l’idea della torre per poter creare una combo Castello+PalaCinema+Torre+Macello. La torre non dovrà però essere una somma di piani, ma un gesto architettonico che dovrà entrare nei libri.

Certo, c’est l’argent qui fait la guerre ... ma non è questo l’ostacolo più importante per la Città. È quella mentalità contraria ai cambiamenti, al progresso, quel modo di pensare basato sul “em sempar fai inscì” che Artioli chiama “vecchiume” e che stanno frenando il rilancio della vitalità del Locarnese.

Basta pensare alle aggregazioni ... tutto il Cantone si sta muovendo tranne noi, perché preferiamo curare gelosamente il nostro orticello anziché unire le forze per garantire ai cittadini un vero benessere.

Tra pochissimi anni saremo collegati con Lugano in 20 minuti, ma siamo parecchio indietro con le infrastrutture. La politica locarnese ha bisogno di una scossa, di un cambiamento che permetta di invertire la rotta e innestare la marcia giusta. Quella marcia che permetta di arrivare in tempo alla stazione e di non perdere il treno, altrimenti, come al solito, chi resterà a piedi saranno i cittadini.

*Consigliere comunale Locarno, PLR

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