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17.10.2019 - 13:150

Il PLR dice la sua: "La politica ora deve accettare la realtà e gestire la transizione verso una società gestita da privati"

Zali ha attaccato a Matrioska, replicano Valenzano Rossi e Bertini: "Bisogna valutare con la nuova società la possibilità d’impiegare una parte del personale già di LASA che risponde alle esigenze della nuova struttura"

*di Karin Valenzano Rossi e Michele Bertini

Noi diciamo sì all’aeroporto di Lugano, ma diciamo no alle cambiali in bianco. L’interesse pubblico giustifica un sostegno pubblico, ma non l’iniezione di soldi pubblici in un pozzo senza fondo; ecco perché i due esecutivi dovrebbero ora urgentemente aggiornare le loro rispettive richieste ai legislativi, affinché questo finanziamento intermedio possa correttamente avvenire quale ponte verso l’entrata in scena dei privati.

Guardiamo in faccia alla realtà! Le basi decisionali per il prospettato rilancio dell’aeroporto di Lugano-Agno sono superate dagli eventi. Gli scenari contenuti nei messaggi del Municipio della città di Lugano e del Consiglio di Stato non reggono alla prova dei fatti. Anche sullo studio del Centro di competenze dell’università di San Gallo ci sarebbe molto da dire. 

Ci sono politici che non sanno più a che santo votarsi e chiedono un atto di fede, come se la politica fosse un rosario da sgranare per ottenere facili consensi in periodo elettorale. Fra il campo di patate e i fantomatici progetti di rilancio rimane una via mediana, ormai da tempo invocata da chi scrive, che è quella di una collaborazione con i privati per i servizi d’aviazione generale.

Guardiamo di nuovo in faccia alla realtà. La creazione di un partenariato fra pubblico e privato richiede tempo per accordarsi sul risanamento, sui servizi d’aviazione offerti - in particolare sulla tratta Lugano-Ginevra - sulla ripartizione dei compiti fra pubblico e privato e soprattutto sull’impiego del personale. 

Tutto questo vorrebbe tempi rapidi e l’aeroporto di Lugano non ne ha più anche perché chi dovrebbe prendere in mano la situazione sul piano istituzionale latita e specula sull’effetto tempo. Chi avrà il coraggio di prendere una decisione razionale il 25 novembre in Consiglio comunale a un mese da Natale, sotto scacco matto dell’imminente fallimento?

Nessuno vuole il fallimento della società che gestisce l’aeroporto di Lugano. Se fallisse LASA, sarebbero in molti a pensare che in realtà a fallire è l’aeroporto. Se serve evitare il fallimento per trovare l’accordo con i privati, allora l’ente pubblico dovrà assicurare il finanziamento necessario per traghettare l’aeroporto verso la nuova società gestita dai privati.

Accettare la realtà e gestire la transizione: è questo il compito principale della politica in questa fase molto delicata per l’aeroporto di Lugano. Questo significa innanzitutto valutare con la nuova società la possibilità d’impiegare una parte del personale già di LASA che risponde alle esigenze della nuova struttura. Una sorta di preferenza di scelta, laddove vi siano i requisiti e la necessità della società. 

Per il personale non ricollocabile l’ente pubblico deve immaginare una soluzione d’accompagnamento e non i privati. La sezione del lavoro del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) ticinese ha concesso ai lavoratori della Lugano Airport SA di Agno l’indennità per lavoro ridotto fino al 30 novembre, questo permette a LASA di non fallire subito, aspettando le delibere dei legislativi.

I dipendenti di LASA chiedono alla politica un atto di responsabilità e non di fede. Non dimentichiamoci che la maggior parte dei soldi richiesti per la ricapitalizzazione servono in realtà per rimborsare il credito di 4 milioni di franchi concesso dal Municipio di Lugano a LASA senza passare dal Consiglio comunale, quindi di fatto una partita di giro per la Città. Circa un milione di franchi è destinato al rimborso di un credito IVA arretrato, un altro milione e rotti a copertura delle perdite riportate e altro ancora per debiti pregressi residui. 

I soldi che vengono richiesti al Cantone e alla Città non sono quindi destinati unicamente (come taluni veicolano) ai dipendenti e al salvataggio dei posti di lavoro, ma a tamponare la situazione finanziaria fallimentare di LASA sull’orlo del baratro. In merito è bene che ci sia chiarezza, per non dare – soprattutto ai dipendenti ma anche ai cittadini – false illusioni.

Il tempo stringe anche perché l’Ufficio federale dell’aviazione civile ha avviato uno studio per valutare l’importanza degli undici aerodromi regionali. I risultati sono attesi entro la fine del 2019. Sulla base di questo studio saranno ridefiniti i finanziamenti agli aerodromi regionali. Alla luce di questa importante valutazione è ancora più urgente e importante assicurare un futuro sostenibile all’aeroporto di Lugano, che deve necessariamente passare attraverso una collaborazione proficua con i privati.

*Capogruppo PLR in Consiglio Comunale e vicesindaco di Lugano

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