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25.08.2021 - 19:020

Il Ticino non sa ancora cosa dire sul certificato Covid. "Un conto è chiederlo per i grandi eventi, un altro per il ristorante"

"È chiaro che si tratta di un provvedimento di un certo impatto e che comporta una serie di criticità", ha detto Manuele Bertoli, che non ha ancora chiara la posizione che si prenderà nella consultazione

BELLINZONA - Cosa risponderà il Ticino alla consultazione del Consiglio Federale, in cui si chiede se si è d'accordo di estendere l'obbligo del certificato Covid per molte attività, come una cena al ristorante o un caffè al bar? Manuele Bertoli, interpellato dal CdT, non lo sa ancora.

"È chiaro che si tratta di un provvedimento di un certo impatto e che comporta una serie di criticità. E questo perché una cosa è chiedere il COVID pass per andare ai grandi eventi o in discoteca, un’altra è chiederlo per attività più quotidiane, come andare al ristorante", afferma.

Vanno tenute in considerazione le ripercussioni economiche, che è sicuro ci sarebbero. Fa l'esempio del calo di spettatori al Festival del Film di Locarno, per esempio. 

A suo avviso, si complicherebbe anche la questione delle chiusure. In pratica, sarebbero causate dallo stato che decide di chiudere (e quindi paga) o da chi non si vaccina? "Esorto chi non lo ha fatto a vaccinarsi: non abbiamo bisogno di nuovi conflitti sociali inutili". Quelli che rischierebbero, probabilmente, di nascere con il certificato Covid esteso.

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