POLITICA
Abusi al DSS, il Gran Consiglio dà il via libera all'audit
Sarà affidato a un ente esterno, che non abbia collegamenti con la politica e nemmeno col territorio ticinese. Chi verrà chiamato a testimoniare sarà obbligato a presentarsi. Merlo: "Non escludo una CPI se..."
TiPress/Gabriele Putzu

BELLINZONA - Dopo le polemiche che si erano susseguite ai tempi della votazione sulla Commissione Parlamentare d'Inchiesta, si è capito sin da subito che questa volta in aula sarebbe regnato l'accordo. Il Gran Consiglio ha dato il via libera all'unanimità ad un audit esterno sulla vicenda di abusi che ha coinvolto un ex funzionario del DSS.

Da anni periodicamente si tornava a parlare della questione. Era stata bocciata la richiesta di una CPI, che per alcune forze politiche avrebbe politicizzato una storia difficile, quella di abusi di un funzionario pubblico su diverse giovani. Un servizio di Falò aveva dato voce alle vittime e sin da subito era parsa spianata la strada verso un audit affidato a qualcuno di esterno e super partes.

Oggi in aula tutti gli interventi dei relatori dei partiti sono stati a favore dell'audit. La volontà unanime è capire che cosa è successo, chi ha avuto un ruolo, chi ha eventualmente sbagliato e che cosa si può fare affinchè una vicenda di abusi non si ripeta, nel rispetto massimo delle giovani coinvolte. 

A votare sì 71 deputati, in 4 si sono astenuti e nessuno si è detto contrario. Ora la palla passa momentaneamente alla Commissione della gestione, che dovrà organizzare concretamente l'audit. Sarà affidato a un ente esterno che non ha legami con la politica e col territorio ticinese. Chi viene chiamato a testimoniare è obbligato a comparire, pena una sanzione.

Soddisfatte tutte le parti politiche, unanimi sulla necessità di fare chiarezza. Ma Tamara Merlo non esclude che si ritorni a parlare di Commissione Parlamentare di Inchiesta, se i risultati dell'audit non fossero soddisfacenti. 

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