POLITICA
Robbiani e il mobbing all'USSI: "Quando si pensa che scoperchiare le pentole porti a danni..."
"Contrariamente a quanto avviene nella scuola, ad esempio, dove tutti sanno ma nessuno si rivolge ai piani alti, in questo caso tutti sanno e qualcuno finalmente parla. Ma per rispondere alle mie domande ci vorranno mesi"

di Massimiliano Robbiani *

A volte capita che per partito preso, per pigrizia o per paura dei risultati, si preferisca infilare un atto parlamentare sotto il mucchio dei documenti in sospeso invece che affrontare la realtà di una situazione scottante. È molto più comodo fare gli struzzi invece di riconoscere che i problemi all’interno di un ufficio dello Stato rischiano non solo di far scappare i dipendenti ma soprattutto di far ritardare l’evasione di pratiche essenziale per i cittadini in difficoltà. Il clima di lavoro all’interno dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (circa 70 dipendenti) è pessimo. Così deteriorato da avermi indotto a presentare un’interpellanza lo scorso 24 settembre. A volte, però, quando si scoperchiano le pentole qualcuno pensa si faccia un danno invece di contribuire a sanare una situazione degenerata.

Contrariamente a quanto avviene nella scuola, ad esempio, dove tutti sanno ma nessuno si rivolge ai piani alti, in questo caso tutti sanno e qualcuno finalmente parla. Eppure l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha deciso di impantanare la mia interpellanza (interrogazione, ndr) trasformandola in un atto per la cui risposta occorreranno mesi e mesi.

Penso invece che quando finalmente queste situazioni vengono alla luce del sole il Governo le debba affrontare celermente e con responsabilità. Gli 8mila ticinesi che economicamente dipendono dall’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento stanno rischiando molto a causa di un atteggiamento politico protettivo. È un errore affossare invece che portare alla luce e risolvere.

Le domande che ho posto al Governo in merito a quanto accade in quell’ufficio devono poter avere delle risposte immediate. Mi dico che se questo è il modo di affrontare i casi spinosi allora è comprensibile che in certi settori dell’amministrazione cantonale si preferisca tacere invece che parlare, subire invece che farsi valere. Se ci fossero dei dipendenti pubblici che volessero raccontarmi confidenzialmente i loro problemi con i superiori o i malfunzionamenti dei loro servizi mi contattino pure. A tutti offro almeno ascolto.

* deputato Lega dei Ticinesi

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