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14.12.2022 - 00:280

L'inchiesta disciplinare contro due membri dell'ErreDiPi solleva un vespaio. La rabbia di Fonio, l'indignazione del Movimento della scuola

I due docenti sono “accusati” di aver utilizzato impropriamente gli indirizzi di posta elettronica dell’Amministrazione cantonale per informare i dipendenti della manifestazione organizzata a fine settembre

BELLINZONA – L’inchiesta disciplinare aperta dal Consiglio di Stato contro due insegnanti attivi in ErreDiPi, la Rete di Difesa delle Pensioni, che si batte contro la riduzione delle rendite pensionistiche dei dipendenti pubblici assicurati presso l’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct). I due docenti sono “accusati” di aver utilizzato impropriamente gli indirizzi di posta elettronica dell’Amministrazione cantonale per informare i dipendenti della manifestazione organizzata a fine settembre e dei suoi sviluppi.

Dopo la nota diramata martedì mattina dalla stessa associazione, il caso ha fatto discutere anche in Gran Consiglio, proprio alla vigilia della nuova manifestazione prevista domani pomeriggio a Bellinzona.

Durissimo l’intervento del sindacalista dell’OCST e vicepresidente del Centro (PPD) Giorgio Fonio: “Provo rabbia e delusione – ha detto rivolgendosi al ministro Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze ed economia e responsabile delle risorse umane del Cantone - nell’aver letto dell’apertura di un’inchiesta disciplinare a carico di due collaboratori che presumibilmente si sono macchiati della colpa di informare i colleghi di quello che sta succedendo. È una vergogna, soprattutto se il datore di lavoro da cui potrebbero venir sanzionati, in altri casi invece di licenziamenti che avrebbe dovuto fare ha scelto la via del prepensionamento”. E rivolgendosi a Vitta, come riferisce LaRegione, ha chiesto di fermare “questa inchiesta disciplinare – che non fa bene all’immagine dello Stato ma fa male alle istituzioni –. Di più, dico che la responsabilità dell’invio non è dei due docenti ma mia. Se volete fare un’inchiesta disciplinare prendetevela con me”.

“La decisione è stata presa dal Governo e chi è incaricato di portarla avanti la deve eseguire. Le risorse umane non c’entrano”, ha replicato Vitta.

LA NOTA DEL MOVIMENTO DELLA SCUOLA

Ma in serata è giunta anche una presa di posizione del Movimento della scuola. “Siamo preoccupati, persino indignati, per almeno tre ordini di ragioni – si legge nel comunicato -.

ErreDiPi è un movimento sorto nell’agosto scorso grazie all’iniziale impulso della commissione sindacale del Liceo di Bellinzona. I nomi contro cui si è deciso di muovere l’azione disciplinare sono stati selezionati sulla base delle firme dei due colleghi di quella sede scolastica apposte in calce alla risoluzione proposta alla prima assemblea della Rete il 23 agosto 2022. Tutte le decisioni prese in seguito sono state il frutto di scelte discusse collettivamente nelle assemblee e nelle periodiche riunioni di coordinamento di ErreDiPi, a cui hanno partecipato decine e decine di dipendenti cantonali. Perché dunque colpire solo i due docenti in questione? La tentazione, di fronte a una tale evidente incongruenza, è quella di autodenunciarci tutti e tutte: ci sentiamo responsabili anche noi della scelta di informare e mobilitare le migliaia di dipendenti vittime della crisi dell’IPCT.

L’atto palesemente intimidatorio non fa che accrescere preoccupazioni che da tempo abbiamo riguardo ai margini di agibilità democratica in seno all’amministrazione cantonale e alle scuole. Questo è l’ultimo tassello di una serie di atti volti a ridurre per i dipendenti cantonali e gli insegnanti la possibilità di svolgere attività in difesa delle proprie condizioni di lavoro o, nello specifico del settore educativo, di offrire la propria opinione sui temi di politica scolastica.

Fino a una decina di anni fa i sindacati potevano liberamente accedere alle strutture dell’amministrazione cantonale, ora non più (a meno che non ci sia l’approvazione preventiva del relativo dirigente!). In passato vi sono stati quadri scolastici e insegnanti che offrivano il proprio contributo informato al dibattito pubblico sulla scuola, ora questo può avvenire solo se autorizzati, cioè solo se ci si fa portavoce della posizione ufficiale dell’autorità. Da qualche anno a questa parte si è attuata una stretta sull’uso della posta elettronica che riduce drasticamente la possibilità da parte delle organizzazioni dei dipendenti di contattare e organizzare i propri stessi colleghi (anche in questo caso lo si può fare, ma previa autorizzazione dell’autorità!). E così via...

Sembra che il Consiglio di Stato abbia deciso, a supporto della decisione di avviare l’inchiesta disciplinare, di fare riferimento, tra gli altri, all’articolo della LORD in cui si ricorda che chi lavora per lo Stato “deve dimostrarsi degno della stima e della fiducia richieste dalla sua funzione pubblica e tenere un contegno corretto e dignitoso” (sic). L’ErreDiPi da settembre chiede che le 17’000 famiglie degli affiliati all’IPCT vengano rassicurate sul loro futuro e da settimane chiede che il problema venga affrontato con il dialogo, che il governo incontri una sua delegazione per avviare un confronto sul tema. La Rete non ha mai ricevuto una risposta ufficiale alle sue sollecitazioni.

A dire il vero il Consiglio di Stato ha interloquito con l’attività dell’ErreDiPi in due occasioni: pochi giorni prima della manifestazione del 28 settembre, chiedendo ai propri dirigenti di segnalare i nomi di coloro che avrebbero preso parte ai pochi minuti di prolungamento della pausa decisi quel giorno per protesta, e ora, a pochi giorni dalla seconda giornata di mobilitazione, con un provvedimento disciplinare. Lasciamo a chi legge il giudizio su quanto questo atteggiamento sia “degno della stima e della fiducia richiesta dalla funzione pubblica”. A noi comunque pare che esso non sia del tutto “corretto e dignitoso”.

Esprimiamo la nostra totale solidarietà ai due colleghi coinvolti. Il modo migliore di farlo è quello di partecipare numerosi alla manifestazione di domani, mercoledì 14 dicembre, a Bellinzona (ore 17.30)”.

 

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