POLITICA
Per la Bellinzona del futuro servono asili nido. La sinistra inoltra una mozione
La Città, complice anche l'arrivo di progetti strategici che porteranno posti di lavoro, conoscerà probabilmente un aumento demografico. Ma è carente rispetto ad altri comuni dal punto di vista delle strutture per la prima infanzia

BELLINZONA - Tutti devono poter lavorare, anche quando arriva un figlio, che sia per piacere o per dovere. Lo sostiene Unità di Sinistra di Bellinzona, che inoltra al Municipio cittadino una mozione con la richiesta di "stanziare un credito per la realizzazione di una o più strutture di nidi d’infanzia pubbliche, a prezzi accessibili. Queste strutture sono un investimento per la società in quanto favoriscono una reale conciliabilità lavoro e famiglie".

Infatti, la Città sta conoscendo un aumento demografico e vedrà nascere presto nuove strutture lavorative, con la conseguenza di portare una serie di famiglie a vivere a Bellinzona ed ad aver bisogno di asili per i propri bambini. Sotto questo profilo, però, la capitale è ritenuta carente, con pochi posti e gestiti soprattutto a livello privato.

"I progetti strategici di sviluppo della Città di Bellinzona porteranno nuovi posti di lavoro, nuovi residenti e cambiamenti nel modo di vivere i quartieri. Se prendiamo in considerazione alcuni grandi progetti come il Quartiere officine a due passi dalla stazione di Bellinzona, il raddoppio dell’IRB e il nuovo Ospedale nel comparto Saleggina, è chiaro come più persone saranno chiamate a “vivere” la città, perlomeno come luogo di lavoro. Ci sono poi i progetti legati alla sostenibilità ambientale e alla mobilità lenta, che permetteranno di rafforzare la già buona vivibilità dei nostri quartieri e quindi la voglia di “prendere casa”. Attualmente il saldo demografico del Comune è già all’attivo, con l’arrivo di famiglie e di nuovi residenti in bassa età in numero maggiore di quelli che partono", scrivono Michela Luraschi, Michele Egloff, Lisa Boscolo, Alessandro Lucchini. "Tra le persone che arrivano e arriveranno a Bellinzona per vivere e per lavorare, ma anche tra chi già risiede e rimane a Bellinzona per vivere e per lavorare, vi sono anche persone che sono o che diverranno genitori. Il numero di genitori che oggi non ha un’attività lavorativa è in forte diminuzione. Il numero di persone preoccupata di come riuscire a conciliare la vita lavorativa con quella di genitore quando il proprio figlio o la propria figlia nascerà è invece in costante aumento. Questo per più motivi. Tra questi primeggiano la penuria di posti a disposizione nei nidi d’infanzia e i loro costi (molto) elevati".

"Il settore degli asili nidi e dei centri extra scolastici è di competenza cantonale. L’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG) autorizza e vigila – secondi criteri precisi – su enti/progetti/comuni che propongono centri di accoglienza – asili nidi o micronidi – per bambini in età 0-4. È in corso proprio quest’anno uno studio sul settore per definirne meglio i bisogni, la domanda inevasa, il dimensionamento necessario dell’offerta, ma anche per mapparne la situazione attuale (tipologia, quantità e qualità). I primi risultati parziali dello studio svolto su territorio cantonale, sono stati pubblicati nel corso del mese di agosto. Da questi primi risultati emergono quali sono i centri cittadini che offrono un buon numero di posti nei nidi. Tra questi non figura Bellinzona. Ne possiamo dedurre che lo studio confermerà la percezione diffusa tra la popolazione, e cioè che la Città di Bellinzona è carente in fatto di posti disponibili nelle strutture nidi e micronidi e centri extrascolastici", sono le loro osservazioni.

Come agire, dunque? La Città si sta già muovendo. "I centri extrascolastici sono già stati al centro di diverse discussioni in questa legislatura e nelle precedenti. Sia per questione di posti disponibili, modalità operative, e per il fatto che la gestione degli stessi è tutta a carattere privato. Oggi sappiamo che i nuovi progetti della Città per quanto concerne le infrastrutture scolastiche, prevedono l’ampliamento di questi centri di accoglienza, considerando già al loro interno la disposizione o l’aumento di spazi per gli extrascolastici. Questo è positivo". Non basta, però. "Permane tuttavia con urgenza il bisogno per i genitori con figlie e figli in età prescolastica. Per questo è necessario che la Città di Bellinzona investa in maniera tempestiva nel settore dei nidi dell’infanzia. Attraverso l’ampliamento dell’offerta e attraverso una politica delle rette favorevole anche a quelle persone che non possono far capo a una struttura privata.
Altri grossi centri del Cantone, come ad esempio Locarno, Mendrisio, Biasca, Lugano, hanno strutture pubbliche già da molti anni. Questa scelta, oltre che permettere alla propria cittadinanza un accesso alle strutture più equo e solidale, permette ai Municipi di partecipare attivamente al settore – essendone un attore operativo – sviluppando così maggiormente una cultura dell’accoglienza e portando qualità all’offerta, sia alla propria che a quella privata".

"La Città di Bellinzona, volta a investire nel suo sviluppo, non può oggi non partecipare attivamente, in prima persona, a progettare e risolvere il tema della conciliabilità. Città accogliente, che pensa a tutta la sua cittadinanza, che investe nel lavoro e nel futuro, sono “parole” che hanno un sinonimo abbastanza evidente: politiche sociali. Progettare centri di accoglienza per bambini in età prescolastica significa completare i progetti innovativi che la Città sta portando avanti con tenacia e successo. La cura dei bambini più piccoli unisce economia e socialità", terminano. "Tutte le cittadine e i cittadini hanno il diritto di poter lavorare, anche quando arriva un figlio o una figlia. Per molte cittadine e per molti cittadini, il diritto di poter lavorare è oggi un dovere".
 

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