POLITICA
Il 'no mobbing' al Tribunale. La transumanza giudiziaria. E la nota positiva di Dadò
Il presidente della Commissione parlamentare: "Lunedì torneremo a occuparci della questione e chiederemo ancora una volta di avere accesso all’intero dossier"
TiPress/Pablo Gianinazzi

di Marco Bazzi

“L’unica nota positiva è che, dopo mesi, si è finalmente giunti a una decisione, o quantomeno a una comunicazione ufficiale”. Così Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione parlamentare giustizia, commenta il comunicato stampa pomeridiano della Commissione amministrativa del Tribunale d’appello sul caso di mobbing – pardon, di presunto, anzi inesistente mobbing – di cui sarebbe stata vittima una segretaria amministrativa del Tribunale penale, “mobbizzata” (si dice così?) da una collega, la quale collega, come ha confermato la stessa Commissione presieduta dal giudice Giovan Maria Tattarletti, è stata trasferita dal Tribunale penale al Ministero pubblico (LEGGI QUI).

A fine agosto la presunta vittima era stata trasferita a sua volta al seguito dei due giudici del Tribunale penale Francesca Verda e Siro Quadri che si erano presi a cuore le sue sorti - invitati a prendere l’ascensore per il sesto piano di Palazzo di giustizia -. Ora, alla vigilia del mese dell’Avvento, il valzer della transumanza giudiziaria continua, confermando che ai piani nobili di Palazzo si ritiene che, a oltre un anno dalle prime segnalazioni, la soluzione del problema stia - Eureka, come non averci pensato prima! – nell’amoveatur. Ma senza il promoveatur, che in questo caso sarebbe superfluo.

“E se si è reso necessario questo spostamento – afferma Dadò interpellato da liberatv - è ancora più evidente che chi ha diretto il Tribunale penale in questi anni (il giudice Mauro Ermani, ndr), essendo anche responsabile del personale, non è stato all’altezza del suo ruolo”.

Quindi? “Quindi – continua il presidente del Centro – lunedì torneremo a occuparci della questione nella seduta della Commissione giustizia, e chiederemo ancora una volta di avere accesso all’intero dossier, a iniziare dal rapporto dell’avvocatessa Maria Galliani. Alla nostra Commissione spetta l’alta vigilanza sul terzo potere dello Stato, vigilanza che non ha nulla a che vedere con la separazione dei poteri. A tale proposito, a me non pare affatto normale che io e i miei colleghi siamo venuti a conoscenza dalla stampa della comunicazione odierna della Commissione amministrativa del Tribunale. In ogni caso, intendiamo verificare se nella gestione di questo caso sono state seguite le procedure corrette. Una volta svolti questi accertamenti potremo esprimerci in modo compiuto”.

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