"L’egoismo di una singola famiglia ha portato alla presentazione di un ricorso volto a vietare tutte le manifestazioni estive presso le Cave"
di Tuto Rossi (interpellanza al Consiglio di Stato) *
Le Cave di Arzo sono state recentemente trasformate in un suggestivo anfiteatro naturale, dotato di gradoni per il pubblico e di un palco per concerti e manifestazioni. Tale intervento è stato reso possibile grazie ai sussidi pubblici. Il Cantone Ticino, nel finanziare tale opera, era perfettamente consapevole di voler realizzare una struttura destinata a eventi all’aperto.
Grazie all’impegno del Patriziato di Arzo, di cui mi onoro di fare parte, sono state individuate persone competenti che hanno saputo gestire la struttura in modo serio e costruttivo. Le Cave di Arzo sono così divenute un punto di riferimento turistico per i paesi della montagna e per l’intera regione del San Giorgio.
Da sei anni, nel mese di luglio, si tiene il festival La Soleggiata, che ha portato prestigio alla regione, attirando un pubblico eterogeneo e generando un indubbio beneficio economico per i commercianti locali. Durante il festival è inoltre possibile degustare e promuovere i prodotti dell’artigianato locale, accompagnati dall’ottimo vino del Mendrisiotto.
Tutto si è sempre svolto in modo corretto, offrendo un’immagine positiva della gioventù e creando occasioni sane di socialità. Le manifestazioni presso le Cave hanno anche una valenza culturale e didattica, contribuendo alla valorizzazione della storia del marmo di Arzo.
L’egoismo di una singola famiglia ha portato alla presentazione di un ricorso volto a vietare tutte le manifestazioni estive presso le Cave, e in particolare a sopprimere il festival La Soleggiata. Sorprendentemente, il Consiglio di Stato — più precisamente il Servizio dei ricorsi — ha accolto la richiesta, imponendo un discutibile divieto provvisorio.
In realtà, tale provvedimento non ha nulla di provvisorio, in quanto non è prevista alcuna decisione nel merito prima dell’inverno. Questo ritardo genera danni economici considerevoli per gli organizzatori, che hanno già investito capitale e risorse per l’edizione 2024.
Poiché il festival è previsto per l’inizio di luglio, si rende indispensabile un intervento immediato da parte del Consiglio di Stato per rimuovere il divieto.
* deputato UDC
Le domande al Consiglio di Stato:
1. Se intende intervenire tempestivamente a tutela dell’interesse pubblico, revocando l’assurdo divieto provvisionale che impedisce lo svolgimento del festival La Soleggiata presso le Cave di Arzo.
2. Se ritiene opportuno fornire ai ricorrenti una scatola di tappi per le orecchie — eventualmente accompagnata da una congrua dose di Saresta — per conciliare il loro riposo con l’interesse pubblico.
3. Se il divieto provvisionale è stato subordinato all’obbligo, per i ricorrenti, di presentare una garanzia finanziaria sufficiente a coprire i danni in caso di soccombenza nella decisione definitiva.
4. Se non ritiene che continui divieti — specialmente quelli rivolti ad attività giovanili — possano generare frustrazione e, in alcuni casi, sfociare in comportamenti violenti, come accade talvolta nei derby sportivi.
5. Se, in un’epoca in cui i giovani vivono forti incertezze sul proprio futuro, non sia invece auspicabile incentivare manifestazioni come La Soleggiata, che promuovono socialità, creatività e benessere collettivo.
6. Se è stato valutato l’impatto negativo — in termini d’immagine e di economia locale — che questo divieto può arrecare alla regione del Mendrisiotto, e in particolare ai paesi della montagna e del San Giorgio.