POLITICA
"Sanità ticinese, costi da record: la colpa non è di Berna"
Piero Marchesi, Paolo Pamini e Alain Bühler (UDC) presentano sei mozioni al Consiglio di Stato per intervenire dove il Cantone ha competenza diretta
TiPress / Benedetto Galli

PREGASSONA - Questa mattina l'UDC Ticino ha tenuto una conferenza stampa al Palazzo dei Congressi di Lugano, alla presenza dei Consiglieri nazionali Piero Marchesi e Paolo Pamini e del Granconsigliere Alain Bühler. Nel corso dell’incontro è stata presentata un’analisi dettagliata della situazione della sanità ticinese, basata su dati ufficiali federali e cantonali. Di fronte a costi sanitari sempre più elevati, è ora di intervenire senza più dare continuamente colpa a Berna, quando è evidente che la responsabilità dell’esplosione dei costi è ticinese. Esistono margini di manovra, che UDC Ticino intende sottolineare presentando 6 mozioni al Consiglio di Stato.

In Ticino, negli ultimi anni, non si sono adottate sufficienti misure per contenere la spesa sanitaria. Si è lasciata crescere una sovra-offerta sanitaria, con troppi ospedali, troppi medici e un ricorso eccessivo al pronto soccorso, senza adottare riforme strutturali. È per questo che i ticinesi pagano oggi i premi più alti della Svizzera. Puntare il dito contro Berna, come fa il Direttore del Dipartimento della sanità Raffaele De Rosa, non funziona più: i costi sanitari sono di competenza ticinese! Altri Cantoni hanno registrato quest’anno aumenti minimi, a dimostrazione che quando si governa con determinazione è possibile limitare i costi.

Nel 2024 il Canton Ticino ha raggiunto i costi sanitari lordi AOMS pro capite più alti della Svizzera: 5'890 franchi. La media Svizzera è di 4'720. I costi medi sono più elevati in tutte le categorie di spesa rilevanti. Differenze particolarmente marcate si constatano nelle cure di lunga durata, nella fisioterapia e nelle cure mediche ambulatoriali, così come nella farmacia.

A parità di caratteristiche geografiche e demografiche, i Grigioni registrano costi inferiori in tutte le principali categorie di spesa. Questo perché la competenza primaria sul controllo dell’offerta sanitaria e sui costi è cantonale. L’aumento dei premi di cassa malati non è dunque un problema di Berna, ma la conseguenza all’esplosione dei costi sanitari in Canton Ticino!

L’effetto dell’invecchiamento della popolazione è marginale

Sebbene la quota di popolazione residente anziana del Ticino è la più alta rispetto agli altri Cantoni svizzeri, questa non è il fattore determinante nell’aumento dei costi. Il Grigioni registra ad esempio quasi la stessa quota di anziani, ma registrano costi sanitari al di sotto della media svizzera. Per contro, Cantoni come Ginevra e Vaud hanno una popolazione molto giovane, ma producono costi lordi pro-capite maggiori rispetto alla media. La quota anziani influisce sì sui costi sanitari, ma non è l’unico fattore.

Le proposte UDC: 6 mozioni indirizzate al Consiglio di Stato

Davanti a una situazione “fuori controllo”, UDC Ticino ha presentato un pacchetto di 6 mozioni, con l’obiettivo di intervenire là dove il Cantone ha competenza diretta. Si mira a un nuovo approccio politico e gestionale per responsabilizzare il Cantone, rafforzare l’efficienza, promuovere la concorrenza leale e restituire sostenibilità economica al sistema sanitario. Le seguenti sei mozioni intendono fornire strumenti concreti al Consiglio di Stato per correggere le distorsioni strutturali e preparare il Ticino alle sfide future:

1. Governance indipendente e trasparente dell’EOC: prevede l’esclusione dei membri del Governo dal CdA dell’Ente per evitare conflitti d’interesse e che il mandante unga anche da amministratore e controllore;

2. Mandato più imprenditoriale e sostenibile per l’EOC: mirare a efficienza e razionalizzazioni dei costi, ridurre i doppioni e trasformare EOC in una vera SA eliminando il paracadute pubblico che in caso di deficit sono i contribuenti ticinesi a pagare;

3. Pianificazione ospedaliera razionale e riduzione delle duplicazioni: lanciare subito una pianificazione ospedaliera che concentri le specialità su meno sedi per ridurre i costi, ridurre il settore stazionario, limitare nuovi operatori nel settore per evitare la sovraofferta;

4. Preparazione alla riforma federale EFAS, che darà più poteri al Cantone: non rimanere con le mani in mano e approfittare di questa opportunità per limitare l’offerta (moratorie da preparare anticipatamente);

5. Riorganizzazione dei pronto soccorsi e introduzione di filtri per i casi non urgenti: ridurne il numero per migliorare i costi e la qualità, attivare un filtro mediante consulti medici per evitare ulteriori aumenti di costi, valutare una tassa di accesso moderata che funga da deterrente per chi ne abusa, attivare una campagna informativa per ridurre gli abusi.

6. Revisione dei sussidi RIPAM con incentivi alla responsabilità individuale: oggi i sussidi li percepisce anche chi potrebbe lavorare di più ma rinuncia a farlo per motivi personali (maggior tempo libero). Si rende necessario correggere il sistema per fare in modo che i soldi dei ticinesi non vengano sprecati.

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