Il problema sollevato dalla deputata non è legato alla nazionalità dei medici, bensì al luogo di residenza. “Voglio sottolineare che il tema non riguarda tanto se il primario sia ticinese, svizzero o straniero, il vero tema è un`altro, ossia che i quadri medici devono giustamente risiedere nel Cantone e nella regione dove lavorano soprattutto per reperibilità immediata, pronto intervento, inserimento nella realtà locale e opportunità politica. Per questo motivo ritengo sia importante che i quadri medici – primari, viceprimari e capiservizio – risiedano in un raggio di pochi chilometri dall`ospedale in cui lavorano”. Dunque, non un “primanostrismo” tout court, ma soprattutto la necessità di essere vicini al luogo di lavoro, per salvaguardare anche la salute dei pazienti.