Malattie croniche, fragilità, dipendenza: il 30 ottobre, alla Sant’Anna, una conferenza pubblica per sensibilizzare sulla cura e sul benessere nella terza età
di Maria Grazia Buletti
Negli ultimi decenni, la Svizzera sta assistendo a un profondo cambiamento demografico: la popolazione sta progressivamente invecchiando, un fenomeno che è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), la quota di persone over 65 ha già raggiunto il 19% nel 2021 e si prevede che crescerà fino al 26-27% entro il 2045. Il Canton Ticino si distingue in particolare come il cantone con la popolazione più anziana del Paese, con oltre il 23% di over 65 già oggi, e una proiezione che stima un ulteriore aumento fino al 32,3% entro il 2050.
Numeri che non sono semplici statistiche, ma raccontano un cambiamento profondo e strutturale che avrà un impatto su molti aspetti della nostra vita quotidiana: dalla sostenibilità del sistema sanitario e previdenziale al mondo del lavoro, fino alla vita delle famiglie, sempre più spesso chiamate a farsi carico dell’assistenza a genitori o nonni anziani.
L’invecchiamento della popolazione è inevitabilmente associato a un aumento delle malattie croniche, della fragilità e della dipendenza. Tuttavia, parlare di terza età non significa soltanto affrontare la malattia, ma soprattutto promuovere benessere, autonomia, qualità della vita e dignità, anche negli anni più avanzati.
In questo contesto, le cure geriatriche assumono un ruolo centrale per il loro approccio integrato e umano, spiega lo specialista in geriatria Florenc Kola della Clinica Sant’Anna di Sorengo: “La geriatria non si riduce solo a un ambito specialistico della medicina, ma è una vera e propria specialità che pone la persona al centro, nella sua globalità fisica, psicologica e sociale”. Le persone anziane sono infatti spesso portatrici di condizioni complesse: “Comorbidità, fragilità fisica e cognitiva, bisogni assistenziali e relazionali che richiedono un approccio multidisciplinare”.
Per rispondere in modo efficace a queste esigenze, è fondamentale adottare un modello di presa in carico integrata e continuativa, basato sulla stretta collaborazione tra il medico di famiglia e lo specialista in geriatria: un’alleanza professionale che consente non solo una migliore gestione clinica, ma anche una relazione di fiducia e continuità, a rappresentare un valore aggiunto per il paziente e per i suoi familiari. Uno dei pilastri di questo modello è la prevenzione intesa sia in senso primario che secondario: “La prevenzione primaria ha l’obiettivo di ritardare l’insorgenza delle malattie croniche attraverso la promozione di stili di vita sani, come un’alimentazione equilibrata, l’attività fisica, la socializzazione e la stimolazione cognitiva. Anche in età avanzata, intervenire sugli stili di vita è possibile e produce benefici significativi sulla qualità e sull’aspettativa di vita”. La prevenzione secondaria, invece: “Mira alla diagnosi precoce delle patologie e all’avvio tempestivo delle terapie con l’obiettivo di rallentarne la progressione e di contenere le complicanze”.
Nasce così la consapevolezza dell’importanza di un’interazione continua tra medico di famiglia e geriatra che consente un monitoraggio regolare, una maggiore aderenza alle cure e una migliore gestione delle cure (ad esempio, tra ospedale e domicilio) riducendo il rischio della loro frammentazione e di ricoveri evitabili.
Il dottor Kola ricorda infatti che: “Un sistema di presa in carico efficace non si limita al solo aspetto clinico. È essenziale considerare anche il contesto familiare e sociale della persona anziana, in quanto le famiglie svolgono spesso un ruolo centrale nell’assistenza, ma possono trovarsi in difficoltà di fronte alla complessità dei bisogni da gestire”. Per questo, il modello di cura integrata deve includere anche il sostegno alla rete familiare, attraverso l’educazione sanitaria e il coinvolgimento attivo nei percorsi di cura. Questo approccio globale favorisce non solo il benessere della persona anziana, ma contribuisce anche alla sostenibilità del sistema sanitario, riducendo gli accessi impropri ai servizi ospedalieri e promuovendo il poter essere curati a domicilio, quando possibile.
Una conferenza pubblica per approfondire e dialogare
Per riflettere su queste tematiche, sensibilizzare la popolazione e promuovere una cultura della cura più vicina ai bisogni delle persone anziane, alla Clinica Sant’Anna di Sorengo, giovedì 30 ottobre (ore 18.00) si terrà una conferenza pubblica dedicata al tema: “Invecchiamento demografico e presa in carico del paziente geriatrico: prevenzione, qualità della vita e rete di cura”, nella quale interveranno il Dr. med. Florenc Kola, specialista in Geriatria e Medicina interna generale, e il Dr. med. Matteo Badini, specialista in Medicina interna generale.
L’incontro sarà un’occasione di confronto aperto tra professionisti, cittadini e caregiver, per comprendere meglio i cambiamenti in atto e le risposte possibili. Perché la sfida dell’invecchiamento non è solo sanitaria, ma culturale e sociale. E riguarda tutti noi.