SPORT
Danilo Forini: “Quando un’immagine vale più di mille parole…”
"Quando il tifo è amore vero, le emozioni travolgono anche i protagonisti. Ma ora serve lucidità: per rispetto di tutti, soprattutto dell’Ambrì“
TiPress

di Danilo Forini *

(post pubblicato sulla sua pagina Facebook)

Un amore così, come l’amore per la squadra (una sola!) del cuore lo può veramente comprendere solo chi lo vive. Ambrì, Lugano, Bellinzona, Inter o Milan che sia.

Per me c’è l’Ambrì. Una relazione unica, intima, profonda. Le serate al gelo, le colonne in auto, il teletext un tempo e ora l’app dei risultati, la radiolina, i salti sul divano, le birre alla Valascia e la fondue alla Gottardo Arena.

La bruttissima scena di ieri, la penosissima conferenza stampa di ieri mattina non distruggerà tutto questo. Ma è un colpo tremendo.

Mi hanno colpito enormemente le emozioni umane esplose in diretta streaming: la sofferenza, la rabbia, la delusione, lo sconforto.

Non è possibile rimanere insensibili, non provare empatia e vicinanza innanzitutto alle persone coinvolte. Stanotte mi è capitato di immaginare Lombardi, Duca e Cereda a casa loro, immaginare i loro pensieri. Quelli dei familiari.

Non ve lo meritavate. Ma soprattutto non se lo meritava l’Ambrì. Non se lo meritava  quella cosa grande che va oltre alle persone che la compongono.

Avete sbagliato. Tutti. Non tanto a fare o a non fare. Qualcosa andava fatto. Lavorando si sbaglia. Ma a reagire così. In maniera così “genuina” e impulsiva.

Questo spettacolo è stato inutile e dannoso per i protagonisti stessi e soprattutto per l’Ambrì.

Spero e sono convinto che nelle prossime ore e nei prossimi giorni, si potrà ritornare a usare il razocinio e ritrovare  il sangue freddo. A ricordarsi di essere dei professionisti. 

A ricordare che l’Ambrì e molto di più che l’orgoglio personale, che le emozioni individuali. È la somma di decine di migliaia di emozioni personali. Che durano anche intere vite. Un patrimonio collettivo.

Dopo dieci sconfitte in dodici partite si può essere licenziati. Dopo un mercato acquisti fragile si può essere licenziati. Dopo decenni di presidenza si può (se ci sono alternative) andarsene. In ogni caso tutti noi dovremo ringraziarvi (tutti e tre!) per quanto avete dato. Ringraziarvi a lungo e bene.

Ma non rovinate tutto proprio alla fine.

Forza, c’è tempo (poco) per riacquistare un po’ di lucidità.

Con affetto.

* Deputato PS in Gran Consiglio

 

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